In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”». (Lc 5,33-39)
Attraverso la discussione con i suoi avversari Gesù Cristo, nostro Signore, ci rivela il significato più profondo del digiuno, una pratica religiosa quasi universale e molto praticata dai santi. Esso ha un significato penitenziale e, come tutte le opere penitenziali, partecipa e beneficia dei frutti della Passione del Signore e sollecita la conversione più completa dell’anima, purificandola e confortandola. È bello anche il titolo con il quale il Signore si qualifica. Egli è lo Sposo. Proprio per questo ha voluto dare inizio ai suoi miracoli con la sua presenza alle nozze di Cana. Ed Egli evoca la sua Passione, indicata come sottrazione dello Sposo, perché sul talamo della Croce ha donato se stesso interamente alla Chiesa, la sua diletta sposa, rappresentata esemplarmente dalla fedeltà di Maria Santissima e dalla verginità del discepolo Giovanni. Questo testo del Vangelo è, dunque adatto, a ravvivare in ogni anima i sentimenti di un’autentica sposa verso il Signore: la fedeltà e la dedizione incondizionata che donano un’insospettata fecondità interiore. L’amore dello Sposo è sempre identico e sempre nuovo. Va accolto quotidianamente e in modo adeguato con gratitudine e sorpresa mai sopita per un amore così grande, sostituendo gli otri vecchi della ripetizione scolorita della vita spirituale. E il vino nuovo rallegra l’anima e dà gioia. Gesù parla volentieri del vino: è un richiamo al Mistero dell’Eucaristia, dove si rinnova il patto nuziale con la sua Chiesa e con le anime assetate di Lui. Chi siamo noi, se non delle creature con un cuore assetato di amore e di felicità? Ma lo Sposo è con noi! È questa la proposta nuova di Gesù: accettare senza timori, senza riserve, senza resistenze di essere amati da Lui ed averlo Sposo amato e commensale al banchetto della vita e della gioia.
