Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: “È lecito o no guarire di sabato?”. Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: “Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?”. E non potevano rispondere nulla a queste parole (Lc 14,1-6)
Il comportamento nel giorno di sabato e la discussione di Gesù su di esso hanno unicamente lo scopo, non di provocare il disappunto dei dottori della Legge, ma di affermare che, con la sua persona, trova compimento e pieno significato il giorno del riposo settimanale secondo quanto stabilito nel terzo comandamento: ricordati di santificare le feste. Infatti nella S. Scrittura il Sabato è memoria della creazione (Es 20,11) e memoriale della liberazione d’Israele dalla schiavitù d’Egitto (Dt 5,15). Ora riflettiamo: “L’agire di Dio è modello dell’agire umano. Se Dio nel settimo giorno «si è riposato» (Es 31,17), anche l’uomo deve « far riposo » e lasciare che gli altri, soprattutto i poveri, «possano goder quiete» (Es 23,12). Il sabato sospende le attività quotidiane e concede una tregua. È un giorno di protesta contro le schiavitù del lavoro e il culto del denaro” (Catechismo della Chiesa Cattolica 2172).
“Gesù non viola mai la santità di tale giorno (cfr Mc 1,21; Gv 9,16), ma con autorità ne dà l’interpretazione autentica: « Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato » (Mc 2,27). Nella sua bontà, Cristo ritiene lecito in giorno di sabato fare il bene anziché il male, salvare una vita anziché toglierla.Il sabato è il giorno del Signore delle misericordie e dell’onore di Dio. « Il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato » (Mc 2,28). Gesù Cristo “è risorto dai morti il primo giorno della settimana” (Mc 16,2). “Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso (Sal 118,24)” [ib. 2173]
Ecco la Domenica, il giorno del Signore. Come “primo giorno” dopo il sabato, il giorno della risurrezione richiama la prima creazione; come “ottavo giorno” dopo il sabato, porta con sé la nuova creazione realizzata da Cristo con la sua risurrezione. Si distingue nettamente dal sabato. Ad esso succede cronologicamente ogni settimana, ne sostituisce le prescrizioni rituali e porta a compimento, con la Pasqua di Cristo, il suo antico significato spirituale di riposo annunciando il riposo eterno dell’uomo in Dio per mezzo Cristo (ib. 2174-2175). Così avviene il compimento del precetto morale dell’Antica Alleanza celebrando però Dio Creatore, Redentore e Santificatore (cfr ib. 2176). Questo significato religioso-cristiano, antropologico socio-culturale del Giorno del Signore supera di tempo in tempo ogni forma di disperazione e di secolarizzazione incentrando la vita delle comunità e dei popoli nella celebrazione della S. Messa, l’Eucaristia domenicale, e giungendo ad introdurre in ogni cultura la nuova denominazione cristiana di Domenica, Dimanche, Domingo.
Così torniamo ad edificare la nuova civiltà a misura d’uomo e secondo il piano di Dio. Con la Domenica, giorno della Comunione in Cristo, ricevendo, adeguatamente preparati, la SS. Eucaristia. Con la Domenica, giorno della Chiesa, vivendo nella gioia di convenire nella fede e nella carità (cfr 1Cor 11, 17-33) nella prospettiva dei vicini e dei lontani e mettendosi a servizio secondo la varietà dei ministeri che il Signore elargisce a noi battezzati. Ancora, con la Domenica giorno della missione, riappropriandosi dello spirito missionario per la Nuova Evangelizzazione.
