In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
La domanda degli interlocutori di Gesù è comprensibile: egli non aveva l’autorità di un Maestro riconosciuto dalle scuole religiose del suo tempo, eppure dava insegnamenti innovativi che elevavano la Legge dell’Antica Alleanza; egli operava come un profeta straordinario, senza riprodurre, però, i tratti del profeta dell’antico Israele. La domanda era, dunque, sbagliata in partenza: Nostro Signore ha l’autorità di chi fonda la Legge, e non solo di chi la interpreta, perché è Dio; egli mette in atto gesti profetici, senza rivendicare l’identità di un profeta, perché Egli stesso suscita la profezia, in quanto è Dio. In altre parole, come spesso accade nei Vangeli sinottici, Nostro Signore dichiara indirettamente la sua natura divina attraverso quello che fa e quello che dice. È bello ricordarlo nel cuore del tempo di Avvento: Dio stesso è venuto a cercarci e il Bambino che adoreremo è Dio fatto carne. Inoltre, la discussione di Gesù con i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo, aldilà dell’oggetto specifico in questione, mostra il metodo che spesso Nostro Signore adopera per entrare nei pensieri dei cuori. Egli ribalta le domande che gli vengono poste ed è lui stesso ad interrogare chi si avvicina a Lui. Provoca così un discernimento in cui l’anima stessa si fa giudice e imputato e, al suo tribunale, solo la verità può fare luce. Se si sottrae a questo processo interiore, al quale Nostro Signore ci sollecita, l’anima, come quella dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo, rimarrà nell’ambiguità, ricorrerà alla simulazione e alla dissimulazione, sarà trascinata dall’illusione della menzogna e, tragicamente, si chiuderà alla salvezza che viene da Cristo. Infine, è bene non dimenticare il riferimento a Giovanni il Battista, il Precursore, che accompagna costantemente il tempo liturgico dell’Avvento: il suo invito alla conversione e al distacco dai comportamenti disonesti è sempre opportuno. Tra soli dieci giorni è Natale!
