« Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono » (Eb 5,7-9).
Gesù ha offerto preghiere e lacrime a Dio per essere salvato dalla morte e « venne esaudito ». Questo può sembrarci molto strano, perché noi sappiamo che in realtà è morto, in modo drammaticamente molto doloroso. In che senso allora è stato esaudito? È stato esaudito perché, con la sua morte, assolutamente reale, ha vinto la morte, cioè è risorto.
È passato cioè da questo mondo (הַעוֹלָם הַזֵה : ha’olam hazeh) – un mondo terribilmente limitato, in cui tutto è passeggero, dominato in definitiva dalla morte, un mondo di cui Satana è il signore, il « principe » (Gv 12,31; 14,30; 16,11; Ef 2,2) – ed è entrato nel mondo vero e definitivo (הַעוֹלָם הַבָּא : ha’olam habbah), il mondo in cui Dio domina completamente.
Nel mondo che viene (habbah: “che viene”) e che è già presente in Gesù risorto i valori sono riportati alla loro normalità. ‘Normale’ non è quello che fan tutti, ma quello che è ‘secondo la norma’, anche se fosse fatto da pochissimi. Questo passaggio Gesù non lo ha realizzato solo per sé stesso ma per tutti coloro che credono in lui.
Lui, obbediente al Padre da tutta l’eternità, ha imparato l’obbedienza anche con l’umanità assunta nell’incarnazione e, in questo modo, è diventato causa di perfetta obbedienza per tutti coloro che, credendo, si uniscono a lui.