« Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”. Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto””. Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite » (Mc 16,1-8).
I Vangeli hanno un unico scopo, quello di disporci ad accettare questa verità: “Gesù è il Signore”, cioè è il dominatore di ogni cosa, di ogni potenza di questo mondo. Tu dirai: ma i potenti di questo mondo lo hanno ucciso! Certamente, però tutti i potenti di questo mondo prima o poi muoiono, lui invece ha vinto la morte. È difficile per noi capire che cosa vuol dire veramente e propriamente “vincere la morte”.
Che cos’è la morte? È la perdita della vita che è la nostra ‘unità dinamica’. Con la morte, all’unità e al dinamismo ordinato di tutte le nostre parti subentra il caos: ogni parte va per conto suo. Lo sperimentiamo di norma con il fenomeno della decomposizione. Al tutto unito e vitale subentra una massa caotica e orribilmente maleodorante…
Risorgere come è risorto Gesù non vuol dire solo recuperare quell’unità incompleta che permetterebbe una più o meno lunga sopravvivenza. Non vuol cioè dire recuperare quella vita terrena che poi, inevitabilmente, viene persa di nuovo. Vuol dire superare la morte, andare oltre la morte ed entrare nella vita “eterna”, cioè una vita completamente ordinata ed unita in cui il disordine non ha più accesso. La vittoria sulla morte non è solo “una vittoria”, ma è “la Vittoria”. Implica un salto definitivo e irreversibile di qualità.
È una nuova creazione, una nuova nascita. La resurrezione è per questo molto misteriosa: i racconti evangelici non ce la descrivono, ci trasmettono solo alcuni eventi: il sepolcro è stato trovato vuoto e Gesù è apparso a tanti. Alla tentazione di descriverla non sono però sfuggiti alcuno racconti apocrifi che la Chiesa non ha accettato per la lettura liturgica come Parola ispirata di Dio e che hanno influito solo sulle rappresentazioni artistiche nelle chiese: Gesù vi appare come una specie di Superman che rovescia la pietra del sepolcro e si innalza brandendo il vessillo della croce…
Niente di male, un modo come un altro per immaginare un evento letteralmente inimmaginabile e la Chiesa lo ha permesso… è importante però rendersi conto che le cose non sono andate proprio così: l’evento è ben più misterioso e grandioso. La Resurrezione di Gesù non è un evento fantastico o mitico, ma realissimo e concretissimo! Un evento insieme e inseparabilmente storico e sopra-storico, perché rappresenta l’inizio di una storia nuova e infinita a cui siamo invitati a partecipare non come spettatori, ma come attori.