« O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza, 3 con la bocca di bambini e di lattanti: hai posto una difesa contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. 4 Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, 5 che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? 6 Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. 7 Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi: 8 tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna, 9 gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei mari. 10 O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! » (Salmo 8).
Se l’uomo si ferma un attimo a contemplare il cielo di notte lo vede colmo di tanti puntini luminosi. Era questa una cosa che sant’Ignazio faceva volentieri. Si sdraiava e guardava il cielo. L’ho fatto anch’io tante volte. Quante stelle! Posso pensare che molte di quelle stelle di cui ora vedo la luce ormai non ci sono più…
Che cosa sono io che le guardo rispetto a tanta grandezza? « Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? ».
Io sono l’infinitamente piccolo davanti a qualcosa che è infinitamente grande. Eppure c’è in me qualcosa di grande, perché nel mio cuore mi rendo conto di tanta grandezza e di tanta piccolezza. In questa consapevolezza c’è qualcosa di immenso, di grandissimo: « Davvero l’hai fatto poco meno di un dio ». Il cielo è grandissimo, le distanze sono enormi… Tutto però hai posto sotto i miei piedi, perché hai posto in me una luce che vede e che considera.
« O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! »