In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “ Un poco e non mi vedrete più; u n poco ncora e mi vedrete “. Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: “ Che cos’è questo che dice: “ Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete “, e: “ Io me ne vado al padre ? Dicevano perciò: “Che cos’è questo“ un poco “, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire “. Gesù capì che volevano interrogarlo e disse” loro: “ State indagando tra voi perché ho detto: “ Un poco e mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete “? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia “. (Gv 16, 16 – 20)
Il tempo misurato cronologicamente è sempre matematicamente uguale. Ben diverso è il tempo osservato dal punto di vista spirituale. Quando siamo sereni, dopo una bella settimana con tante realizzazioni lavorative famigliari e apostoliche, viviamo dei bellissimi sabato sera, in compagnia di quel prossimo, più vicino a noi. Il tempo scorre veloce e vorremmo poterlo arrestare. Com’è lunga invece una notte insonne, colma di preoccupazioni e di problemi.
Parliamo nella vita spirituale di desolazione, per indicare uno stato d’animo caratterizzato dall’assenza di consolazione sensibile. Sembra che Gesù ci abbia abbandonati, lasciati interiormente soli. Anche le opere di pietà sembrano parole vane, la lettura spirituale pesante, nella liturgia trovo mille difetti e tutta la vita spirituale sembra un’illusione.
Come comportarsi in questi momenti? Ben sappiamo che la via maestra è: “ la santa croce “. Essa arriva sempre, non serve cercarla. Gesù non l’ha portata come atto unico, ma per dare l’esempio ai suoi collaboratori. La croce ci responsabilizza, sullo stesso Calvario di Cristo. Un problema imprevisto e improvviso, ti coglie alla sprovvista e saltano tutti i piani, subisci sofferenza da innocente, impossibile capire il perché, eppure il problema ti riguarda, è tuo, se fuggi stai peggio ancora. Bene siamo sicuri che viene da Dio, affinchè oggi vinciamo una porzione di malvagità nel mondo, per completare ciò che manca alle sofferenze di Cristo.
Quando non capisci più nulla, ma il problema devi affrontarlo, vivi di fede e vieni con Me sul Calvario. E’ l’invito del Signore che ti compatta come un blocco di buona volontà, e finalmente cerchi Dio con tutto il cuore, mente e forza. Nella desolazione Dio lascia queste grazie.Essere pronti a riconoscere la propria croce e prenderla con la decisione con cui l’uomo della sindone afferra i novanta chili dellegno del patibolo, è porsi nel luogo dove lo Spirito Santo ci desidera. Infatti Gesù spende parole meravigliose in croce, da uomo libero e consolato. Rapidamente si passa da croce ha risurrezione. E’ questo il ritmo della vita spirituale.
Inizialmente si è tentati di scoraggiamento, arma del demonio, sempre in aguato. Ma Dio tiene ci tiene in vita per uno scopo. Sempre. Fai secondo il tuo scopo, è la volontà di Dio, che sconfigge il mondo. Ben conviene essere amici della croce, rapidamente diviene consolazione.