In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,13 – 16).
L’evangelista Matteo riporta le parole con cui Gesù fa sicuramente riferimento alle case dei contadini ebrei del suo tempo, che tenevano una sola lampada al centro della stanza. Essa illuminava tutto l’ambiente. In tutte le lingue e le culture l’immagine della luce si riferisce alla vita e alla bellezza e si oppone alle tenebre del peccato, della disgrazia e della morte.
La creazione inizia con le parole del Creatore: «E Dio disse: “Sia la luce”. E la luce fu» (Gn 1,3). Per quale motivo Dio crei prima la luce e poi gli astri del cielo, che sono la sorgente della lucepercepibile agli occhi, di cui si parla solo nel versetto Gn 1,14, è un quesito che ha messo in difficoltà la saggezza antica, come riporta un opuscolo dell’epoca patristica, di autore anonimo (pare sia di san Barnaba), in cui un rabbino non riesce a dare una risposta esaustiva a questa domanda. Appare, comunque, assolutamente chiaro dal dettato biblico che Cristo è il Verbo di Dio: Lui è la vera luce del mondo.
Il versetto citato inizia con le parole: «E Dio disse». Il Prologo del Vangelo di Giovanni, inizia con le seguenti parole: «In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio». Dove Dio può dire tutto di se stesso, se non nel Suo Verbo, che è appunto la pienezza del dire di Dio? Quale parola di Dio può riempire di luce l’universo, se non Gesù stesso? Il sole, la luna e le stelle sono solo un riflesso della Sua gloria e immagine della Sua azione. La luce di Cristo è anche conoscenza, che deve risplendere nelle nostre vite cristiane, rivolte all’eternità, mentre quotidianamente gettiamo le nostre reti nella volontà di Dio. Il divino ausilioriempie sempre le nostre reti di un’ottima pesca. In questo modola nostra vita si fa luce per il mondo e sale della terra: le opere dello Spirito, hanno sempre un buon sapore.
I Padri greci spiegavano in questo modo il v.10 del Salmo 36, «E’ in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce»: tutto questo si compie nell’azione redentrice dello Spirito Santo, consigliere ammirabile e consolatore ottimo. InvochiamoLo nel Veni Sancte Spiritus, dove lo appelliamo Spirito di fortezza e prudenza, che trasfigura ed accende…
Oggi è riscontrabile l’assenza di un’autentica scienza del pensiero di Cristo. Quella contemporanea è spesso una catechesi monca, penetrata di razionalismo cartesiano, perciò vedi spesso cristiani che chiedono scusa persino di esistere, remissivi, privi di luce. Il terzo millennio cristiano o sarà mistico, o non sarà nulla. Il Vangelo è sempre lì, presso la Chiesa cattolica, una santa provocazione che raggiunge i nostri contemporanei mediante l’esempio di noi credenti.