In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni (Lc 8,1- 3).
Nei talenti al femminile, la sensibilità all’equilibrio globale del cuore, è particolarmente forte. Spesso occorre di sentire frasi tipo: «Non ci provo a nascondere i miei guai a mia madre, tanto se ne accorgerebbe» (cfr Edith Stein, La Donna). L’intuizione dei principi di fondo della vita, nella donna, è elevata per sensibilità naturale. Essendo meno razionale e fisico-muscolare rispetto all’uomo, la sensibilità e l’equilibrio complessivo, sono doti innate grazie alle quali si può dire: “Donna-Mater”. La donna è specialista nel conservare la vita del cuore, che è la funzione regale di Maria Santissima. Nella donna è molto profondo il senso della bellezza, non della bellezza materiale soltanto, bensì dell’armonia profonda, della bellezza come risultato armonico a partire dai principi di fondo della vita del cuore: «Una donna sopporta tutti difetti di questo mondo, ma non la piccolezza di cuore» (Edith Stein).
Ora, Dio è l’armonia infinita, sorgente della bellezza: la donna ha la possibilità di approfondire molto più il rapporto con Dio a partire dalla sensibilità del cuore di quanto non faccia un uomo, che giunge a maturità e compattezza soltanto passando per la via razionale, attraverso mille interrogativi, a cui deve dare risposta, altrimenti apparirebbe vacillante innanzi ad una ragazza che lo ascolta. Non è quella “roccia” di cui ha bisogno una donna per stabilirsi e avere un senso di appartenenza. L’unica roccia che stabilizzi il cuore è Cristo. Tante suore dicono che fanno tutto quanto concerne la vita di una consacrata unicamente per Gesù, vanno direttamente a chiamare in causa il cuore dell’Uomo Vivente. Non che non sia prerogativa anche maschile, per quanto riguarda ciò che serve allo stato religioso della mascolinità, ma i ruoli e i doni sono complementari.
La fede al femminile, con quell’enorme potenziale di servizio che è connaturale a colei che sa essere “compagna dell’anima”, è indispensabile ed essenziale dal punto divista umano e cristiano. Un istituto religioso femminile è indispensabile in tutte le diocesi, così come ogni donna deve coltivare sempre nel cuore il mistero dell’unione con Dio. Cerchi e trovi sempre, in ogni uomo, in ogni donna, l’aspetto che rende loro presente l’infinita armonia di Dio. Nella comunità dei discepoli di Gesù vi erano tante donne, indispensabili per la fede, il calore e il servizio.