In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,25 – 30)
Mosè spiega perché il popolo d’Israele è stato eletto: «perché siete il popolo più piccolo esistente sulla terra». Gesù loda il Padre perché ha nascosto le cose divine ai dotti e le ha rivelate ai piccoli. Per capire l’amore di Dio è necessaria questa piccolezza di cuore. Dunque, quel che Dio cerca con l’uomo è un rapporto “papà–bambino”, lo accarezza e gli dice: «Io sono con te». La strada giusta è farsi bambini, farsi piccoli; soltanto in quella piccolezza, in quell’abbassarsi si può ricevere l’amore di Dio.
Non a caso, lo stesso Signore, quando spiega il suo rapporto d’amore, cerca di parlare come se parlasse ad un bambino. Lo ricorda al popolo: «Ricordati, io ti ho insegnato a camminare come un papà fa con il suo bambino». Ma se tu non sei piccolo, quel rapporto non riesce a stabilirsi. Dio è innamorato di noi e usa addirittura parole simili a una ninnananna.
«Non temere, piccolo gregge d’Israele, non temere!». Questa è la tenerezza del Signore, nel suo amore, questo è quello che Lui ci comunica e dà la forza alla nostra tenerezza. Ma se noi ci sentiamo forti, mai avremo l’esperienza della carezza del Signore. «Non temere, io sono con te, io ti prendo per mano…»: sono tutte parole del Signore, che ci fanno capire quel misterioso amore che Lui ha per noi. E quando Gesù parla di sé stesso, dice: «Io sono mite ed umile di cuore». Anche Lui, il Figlio di Dio, si abbassa per ricevere l’amore del Padre.
Altro segno dell’amore di Dio è che ci ha amati per primo. Lui ci aspetta e anticipa sempre. Quando noi arriviamo, Lui c’è. Quando noi lo cerchiamo, Lui ci ha cercato prima. Lui è sempre davanti a noi, ci aspetta per riceverci nel suo cuore, nel suo amore. La religione non consiste nella sola conoscenza di Dio, ma nel contatto con Lui, nel colloquio, nella preghiera. Non basta la sola ragione nel rapporto con Dio, abbiamo bisogno di un’illuminazione spirituale, e non possiamo entrare in colloquio con Lui se all’inizio Egli non dice la prima parola. Il primo mezzo di conoscenza sono i sensi: vedere, ascoltare, toccare. Il secondo è la ragione, con cui scopriamo leggi e principi naturali e formuliamo concetti, riflettiamo. Ma ci sono altri misteri profondamente nascosti, che possono penetrare solo coloro che hanno il cuore puro, perché vedranno Dio (Mt 5,8).