In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11,27 – 28).
«Beato il ventre che ti ha portato…». Una donna semplice del popolo è stupita per quanto vede compiere da Gesù. Il suo atteggiamento si contrappone nettamente a quello dei farisei, che calunniano il Maestro. La lode della donna per la Madre di Gesù è una manifestazione spontanea, squisitamente umana, che esalta la felicità di Maria per la grandezza del Figlio, ma costituisce anche l’avveramento della profezia contenuta nel Magnificat: «Tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48) e rievoca il gioioso saluto di Elisabetta:«Benedetto il frutto del ventre tuo» (Lc 1,42).
«Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono!». Con queste espressioni Gesù non intende sminuire la dignità della Madre, ma la innalza a un livello più alto. La grandezza di Maria non dipende soltanto dalla maternità del Messia, ma soprattutto dal suo atteggiamento di fede nel racconto dell’Annunciazione. Maria aveva espresso la sua adesione incondizionata al piano di Dio quando disse all’angelo: «Ecco la serva del Signore; avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Perciò Elisabetta, sotto la mozione dello Spirito Santo, aveva proclamato: «Beata colei che ha creduto» (Lc 1,45). Maria, quindi, è beata soprattutto perché ha ascoltato la parola di Dio, l’ha messa in pratica e l’ha custodita. Gesù con le sue parole non fa altro che esaltare la grandezza della Madre, indicandone le motivazioni più profonde, che sono di ordine spirituale e non biologico. «Maria è il santuario e il riposo della SS. Trinità, dove Iddio si trova in modo veramente magnifico e divino più che in qualsiasi altro luogo dell’universo, non eccettuata la sua dimora sui cherubini e i serafini: e non è lecito ad alcuna creatura, benchè purissima, di entrarvi senza uno speciale privilegio» (san Luigi Maria Grignon de Monfort – Trattato della Vera Devozione a Maria).
Ovunque risuoni la parola di Dio, nella coscienza, nel Vangelo, nella Chiesa, quando è liberamente accolta, si rivela come forza che conduce alla realizzazione di noi stessi e di tutta l’umanità. Nel cosmo vi sono leggi ferree. Come si spiega allora la grandezza della libertà umana? Per gli antichi, tutti, gli uomini e persino gli dèi dovevano obbedire a queste leggi: è il destino, il fatum,direbbero i sapienti greco-romani. Filone di Alessandria (20 a.C. ca – 45 d.C. ca), invece, portava ad esempio i miracoli della Bibbia. La libertà umana è come un miracolo. Dio ci chiede di accogliere la sua parola come un miracolo, per servirLo come amici e come figli, e non come schiavi.