In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata» (Lc 19,41 – 44).
La città di Gerusalemme ha un forte valore simbolico nella Sacra Scrittura. Davide vi edificò la sua fortezza. L’arca dell’Alleanza vi fu trasportata e posta all’interno di un grandioso tempio, che edificò il re Salomone. Gerusalemme è strettamente legata alla vita del popolo ebreo. Finché rimane vicino a Jahvè, la città è custodita come fortezza inespugnabile; quando Israele si allontana da Lui, viene invasa e distrutta da forze straniere, lontane da Dio. Città custodita da Dio, Città abbandonata da Dio.
Questo succede regolarmente anche a noi tutti, nella vita della nostra anima. Gerusalemme è simbolo dell’anima umana. Vi sono in una città molte realtà sociali: viali, scuole, negozi. Anche l’anima ha tante facoltà e potenze operative, vari interessi vengono in contatto con essa. Tutta la realtà deve essere ordinata ad un fine di salvezza e beatitudine.
Primo effetto dell’assenza della preghiera è la distrazione. Se non elevi l’anima a Dio al mattino e non ti riempi di grazia, cioè della vita di Gesù stesso, la tua vita interiore comincia a disperdersi verso ciò che non è la piena volontà di Dio. La dispersione, anche verso pensieri e attività di per sé non peccaminose, è già l’inizio dello stato di desolazione. Malerbe, rovi e zizzania, iniziano a arrecare disturbo nel tuo campo. Non tollerare di abitare in Purgatorio e lotta per la Verità, anzitutto dentro al tuo cuore,coltivando un luminoso rapporto col Salvatore. Solo Lui riesce a unire ciò che è disperso, ma se perdiamo il ricordo di Dio, tutti i nostri pensieri si disintegrano e come, dice lo Pseudo-Macario, non rimane in noi che pietra su pietra. Gesù stesso piange sulle rovine di questo meraviglioso castello, che sarebbe stato inespugnabile, se avesse accettato la roccia della sua salvezza.
Il Padre Eterno ha creato la nostra anima a immagine e somiglianza sua, affinché liberamente scegliesse la sua grazia. Per questo invia il Figlio Salvatore, perché il benessere di una città esige la pace, le guerre portano solo distruzione. Il solo essere arrabbiati, o di cattivo umore, è di grande impedimento nello svolgimento del lavoro quotidiano. Quando ce ne rendiamo conto,cerchiamo di calmarci, ma con quali mezzi? Oggi vi sono molti palliativi analgesici, che calmano il dolore, ma non risolvono, agiscono come droghe e narcotici. Nella vita interiore ci sono più modi per tacitare un’inquietudine.
Ma alla pace duratura la conduce solo Cristo, Principe della pace.La via cristologica più breve è il Santo Rosario: conduce sempre all’altura di Gerusalemme. Riposati sempre fra le braccia di tua Madre, Regina del cuore e del contatto dolcissimo con Dio Padre.Non c’è tenebra del cuore che non venga squarciata e risolta da Colei a cui si inchinano gli angeli.
Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo Apostoli