Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. (Gv 14, 6-14)
Chi ha visto me ha visto il Padre
Il settimo Concilio ecumenico di Nicea (anno 787) fu preceduto da feroci discussioni con gli iconoclasti. Il problema era questo: è possibile venerare le immagini di Cristo, della Madre di Dio, dei santi, quando l’Antico testamento lo proibisce espressamente? Sta scritto: “Guardatevi dal dimenticare l’Alleanza che il Signore vostro Dio ha stabilita con voi e dal farvi alcuna immagine scolpita di qualunque cosa…” (Dn 4, 23). La risposta dei padri era chiara. Potrebbe esserci idolatria se si adorasse il sasso, il legno i colori, ma non è questo che fa il cristiano. Il suo sguardo va al di là dell’immagine, e si fissa sulla persona che è rappresentata dalla pittura. L’esempio più efficace sta nell’atteggiamento davanti all’immagine per eccellenza, quella di Cristo: Lui stesso ci chiede di vedere in Lui il Padre. Ma Dio Padre può essere visto anche nella Madre di Dio e in tutti santi. Tutto ciò che è puro e bello si fa trasparente, e lascia intravedere Dio.
Io sono nel Padre e il padre è in me
C’è chi paragona le icone al vetro delle finestre. Quando il vetro è molto pulito e trasparente, non si vede più il vetro, ma solo il giardino al di là di esso. Il vetro si nota solo se è sporco, perché la sporcizia impedisce la trasparenza. La finestra trasparente fra la terra e il cielo è Cristo.
Dio è in Lui e lui apre la vista al Padre. Ma il Padre, sorgente di vita, usa per noi solo immagini vive, umane. È un mistero che possiamo contemplare per esempio nella Sacra Scrittura: il suo vero autore è lo Spirito Santo, ma lo Spirito si serve di una penna viva: Mosè, Geremia, Matteo, Paolo…
Lo Spirito è in loro e loro sono con lui, e la Scrittura è contemporaneamente opera divina e umana. È come se Dio volesse stare sempre con noi, e ci chiedesse che ogni cosa che facciamo sia opera comune, fatta in sinergia fra Lui e noi. (cfr T. Spidlik – Il vangelo di ogni giorno)