“In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei”. Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. (Gv 10, 1-10)
Io sono la porta delle pecore
A illustrazione di questa frase nelle cattedrali gotiche spesso, sopra la porta, c’è un’immagine di Cristo o un’illustrazione al testo del vangelo. Ma non piace a tutti sentirsi dire che si arriva a Dio solo attraverso Cristo. Molti preferiscono pensarla come dice una poesia dell’autore tedesco Gotthold Ephraim Lessing. Al sapiente Nathan, un ricco ebreo, il califfo mussulmano chiede quale sia la fede migliore: dei mussulmani, dei cristiani o degli Ebrei. È una domanda-trappola: qualsiasi risposta rischia di offendere o di essere ipocrita nei confronti della propria fede. Ma Nathan risolve il problema con un racconto. Un padre di tre figli ha un anello preziosissimo. A chi donarlo dei tre? Fa fare due anelli simili a quello originale e ne da uno per ciascuno ai tre figli, dicendo in segreto ad ognuno di loro di ricevere quello vero. Qual è l’insegnamento? Ognuno si salverà secondo la propria fede in Mosè, in Maometto o in Cristo. Noi cristiani non vogliamo essere meno tolleranti di Nathan ma crediamo che la via che conduce a Dio è esclusivamente attraverso Cristo. Riconosciamo però che tutti, anche quelli che non lo conoscono, sono misteriosamente uniti a Lui, perché Egli vuole salvare tutti coloro che operano il bene.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere
Presso i beduini i furti di animali sono assai frequenti. È abbastanza facile avvelenare il cane da guardia, caricare le pecore su un carro e sparire nel deserto. Nella vita spirituale il ladro è rappresentato dallo spirito maligno. Infatti il diavolo non possiede niente di suo: tutto ciò che esiste è stato creato da Dio, e lui può solo appropriarsene con il furto. Egli ruba a Dio tante anime, e ognuno di noi, se considera la propria esperienza, può vedere quanti bei momenti della nostra vita ci sono stati alienati dal maligno. Potevamo fare tanto bene, e invece abbiamo perduto tempo prezioso come figli prodighi (Lc 15). Si dice che il tempo è denaro, nessuno vuole dunque che gli venga rubato. Possiamo parafrasare dicendo che il tempo è opportunità di fare il bene, ma continuamente c’è qualcuno che insidia per rubarcelo e farcelo pagare con gli interessi. Non resta che stare sempre all’erta affinché ogni scelta, ogni azione, ogni pensiero, passi solo attraverso il cuore, attraverso la vera porta che è Cristo. (cfr T. Spidlik – Il vangelo di ogni giorno)