Salito sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: “Salvaci, Signore, siamo perduti!”. Ed egli disse loro: “Perché avete paura, gente di poca fede?”. Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: “Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?”. (Mt 8, 23-27)
Dobbiamo anche noi assumere lo stesso atteggiamento del Signore verso le tempeste che colpiscono la nostra anima, la quale a volte è un guazzabuglio, devastato dal nostro egoismo, da tante emozioni disordinate, dove si inserisce “L’Oscuro Signore” di questo mondo.
Non serve insistere nel ragionamento, perché nella logica scientifica è superiore la creatura angelica, al miglior scienziato del momento. Usiamo le stesse parole di Cristo: “Taci, calmati! E ci fu grande bonaccia”.
È il diretto intervento del Salvatore sulle tempeste del cuore, da cui possiamo staccarci ogni qual volta ricorriamo alla Parola Sacra, che rende subito Dio presente. Ma, non essendo tutti biblisti, non conviene prolungare lo sforzo intellettivo. Non risolve nulla! contro un nemico spirituale, infernale, la cui opera è solo di accecamento, asservimento e suicidio. Prendi il Santo Rosario con molta fermezza! Oppure recita la preghiera del pellegrino: “ Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”.
È una meravigliosa sintesi della persona e dell’opera salvifica di Cristo.
Il contatto con la Parola, come con qualunque preghiera, provoca subitamente un grande allargamento del campo di coscienza, che spesso è prigioniera di dinamiche spirituali contorte e scoraggianti, che non possono essere sciolte con la sola razionalità umana, sempre debole e influenzabile dal superiore intelletto degli enti personali spirituali. Il peccato, come il maligno, provocano sempre una visione parziale, falsa, che restringe l’orizzonte e lo rende interpretabile in modo traviante, anche giustificando i peggiori peccati. Per il cuore dell’uomo, affinché ritorni la calma di cui abbiamo tutti bisogno, diamo spazio alla presenza salvifica di Gesù Cristo, tramite l’intercessione di Maria. Il vento e il mare citati in questa parabola, stanno appunto ad indicare quegli ostacoli dove l’uomo di per sé non può nulla e abbisogna dell’opera di salvezza della fede cattolica.
Sant’ Ireneo di Lione Vescovo, dottore della Chiesa e martire