Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo. (Mt 10, 16-23)
Siate dunque prudenti come i serpenti
Il serpente non è un animale simpatico. Non aveva buona fama neanche nella Bibbia e presso i popoli antichi. Per questo motivo il consiglio di Cristo di essere prudenti come serpenti ha avuto mille interpretazioni diverse e fantasiose. Secondo Rabano Mauro (Vescovo, 780? – 856), il serpente che cambia la pelle è la metafora di ciò che deve fare un cristiano, spogliarsi dell’uomo vecchio. Secondo San Remigio (Vescovo, 437 – 533), se il serpente ha ingannato l’uomo nel paradiso, l’uomo deve diventare più furbo di lui per convincerlo della verità.
Beda il Venerabile (monaco e storico benedettino, 673 – 735) ricorda una credenza superstiziosa sul serpente, che non può essere sedotto da nessun incantesimo, perché appena si sente attratto da qualcosa, preme un orecchio a terra e si chiude l’altro con la coda. La stessa cosa, secondo lui, dobbiamo fare anche noi: diventare sordi agli incantesimi del mondo.
Secondo san Girolamo (347 – 420), anche noi, come il serpente, dovremmo proteggere tutto il corpo, cioè la nostra vita, con la testa. Tutte queste interpretazioni sono davvero un po’ forzate, ma servono come spunto per riflettere. È una qualità la prudenza del serpente?
In genere non apprezziamo chi è troppo attento ai propri interessi, piuttosto ammiriamo chi è attento a quelli degli altri, e dimostra delicatezza, sensibilità e senso di responsabilità nei confronti del prossimo. È così che deve essere il vero apostolo di Cristo e ogni buon cristiano.
(cfr T. Spidlik – Il vangelo di tutti i giorni)