Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno”. (Mt 16, 24-28)
Rinnegare se stessi e seguire Gesù
Sappiamo cosa vuol dire rinnegare qualcuno. San Pietro durante la passione di Cristo lo ha rinnegato (Gv 18, 15-18), cioè ha dichiarato di non conoscerlo e di non avere niente in comunione con Lui. San Giovanni Crisostomo usa questo esempio per spiegare cosa significa rinnegare se stesso:
quando capirai cosa vuol dire rinnegare un altro, allora capirai anche cosa vuol dire rinnegare se stessi. Chi rinnega il prossimo non si commuove a vederlo bastonato, incatenato, solo; la sua sofferenza non lo tocca.
“Impara a non avere compassione per il tuo corpo, bastonato, incatenato, sofferente”.
San Giovanni Crisostomo era un oratore brillante, ed esagerava per rendere più efficace il suo discorso; ma l’immagine è positiva.
Un’eccessiva concentrazione su sé stesso e sui propri interessi rende l’uomo ipersensibile, timido, fragile. La medicina contro questo genere di malattia è rinnegarsi, cioè dimenticarsi, non curarsi di sé e pensare di più a Cristo e al prossimo. Una mamma al capezzale del figlio ammalato dimentica totalmente i suoi acciacchi personali. E succede una cosa sorprendente: gli acciacchi a cui non pensa più guariscono.
Nella vita spirituale questo atteggiamento è di capitale importanza. Quando siamo tentati dal maligno guai stare zitti, guai essere soli con i propri ragionamenti. Dal punto di vista razionale il nemico è più forte e scientifico. Mai entrare in dialettica col demonio. Con atto di fede e santa violenza, bisogna chiudere il discorso e pregare. Ne viene sempre un’esperienza di salvezza filiale, grazie all’intervento di Colei che è preposta ad essere madre della fede. Quante volte occorre che un problema di coscienza, viene subito sciolto quando abbiamo l’umiltà di farci aiutare, in confessione, nei colloqui spirituali e di chiedere un consiglio. Ma questo accade anche nella vita secolare di tutti i giorni. Si giunge a perfezione più alta nella vita sociale che è sempre rinnegare la propria autosufficienza.