Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti. (Mt 24, 42-51)
La vita si paragona spesso ad un cammino. Così era per i Semiti, popolo nomade frequentemente in cammino. Però il capo della carovana doveva essere una personaesperta, degna della fiducia di tutti. Il tema tipico dell’Antico Testamento è Dio che conduce il suo popolo sulla via della propria storia, direttamente o indirettamente o per mezzo di un angelo o dei suoi rappresentanti sulla terra. Il ricordo dei giorni vissuti con Dio durante l’esodo dall’Egitto dà origine alla festa dei tabernacoli. Nel Nuovo Testamento san Giovanni Battista annuncia un nuovo esodo: “Preparate la via del Signore” (Lc 3, 4). Gesù è il nuovo Mosè, ma annuncia la sua missione con parole più radicali: non parla più di “nuove vie”, ma di un cammino in cui lui stesso è la via: “Io sono la via”. Come comprendere questa parola?
Egli ci conduce al Padre per mezzo della sua umanità, dell’esempio della sua persona. Non c’è altra strada per arrivare a Dio se non attraverso di Lui. Le carte stradali disegnano la rete di strade che percorre tutti i paesi, chi si mette in viaggio può studiare in anticipo il percorso con tutti i dettagli. Allo stesso modo un giovane prudente che vuole decidere per il proprio futuro potrebbe programmare le tappe del tragitto che lo aspetta: prima gli studi, poi il lavoro, poi la famiglia. Programmare è saggio, ma non sempre corrisponde alla vita reale.
Certe volte sembra che la Provvidenza si prenda gioco di noi, ciò che ci si aspettava non arriva o non riesce, e le carte vengono mescolate. Ma c’è qui un grande insegnamento per la vita. Il nostro cammino non è una mappa piena di autostrade, il nostro cammino è Cristo vivente: con una persona viva non può esserci un programma fatto unilateralmente una volta per sempre, ma solo un dialogo continuo e fiducioso. Solo così le imprevedibili esperienze della vita non ci deluderanno mai, diventeranno una gioiosa sorpresa preparata da un amico.
(cfr T. Spidlik – Il Vangelo di ogni giorno)