Mentre stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: “Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro”. (Lc 11, 37-41)
Ed ecco, tutto per voi sarà mondo
Ci laviamo prima di mangiare per non ingerire microbi che potrebbero essere nocivi al nostro organismo. Tanto più dobbiamo stare attenti a quello che ci entra nella mente attraverso i pensieri. Laviamo la frutta prima di mangiarla per liberarla dai veleni anticrittogamici, ma lasciamo entrare tanti pensieri non lavati. Ci giustifichiamo dicendo che siamo liberi di pensare e guardare quello che ci pare. Certo; ma una persona saggia sa anche che non tutto quello che il mondo le offre può esserle utile. La purificazione spirituale significa la capacità di controllare i pensieri.
Come, in concreto? Ascoltiamo una notizia che ci turba o un giudizio ingiusto su una persona assente: la prima cosa da fare è fermarci e riflettere se prestare fede a ciò che viene detto. Prendiamo in mano un libro o facciamo lo zapping davanti alla televisione: prima chiediamoci se non sia meglio fare un’altra cosa. Prima di qualsiasi azione è bene chiedersi se ciò che stiamo per fare porterà del bene. L’anima è come il vetro di una finestra: se è pulito rende tersa e pura la vista sul mondo.
Non stiamo parlando di discernere tra peccato e virtù, bensì tra compiere un’azione semplicemente buona ed un’altra che vuole cogliere pienamente la volontà di Dio. È lo stesso sforzo nella fede, che impegnò Maria, quando l’angelo le annunciò la più santa proposta offerta da Dio ad una creatura. Alla gioia della verità piena ci può condurre solo la “Madre del Buon Consiglio”.
(cfr. T. Spidlik – Il vangelo di ogni giorno)