“Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire”. (Lc 12, 8-12)
Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini
In tempo di persecuzione e a rischio della vita, si deve confessare di essere cristiani o sacerdoti? Gli autori sono d’accordo nel dire che nessuno è obbligato ad esporsi al pericolo, ma che non possiamo rinnegare la fede. E come comportarsi nella vita quotidiana e normale? Non è un buon metodo mettere in evidenza la propria fede nei locali pubblici, oppure parlare a tutti i costi di argomenti religiosi in posti e con persone che non lo sopportano. Fanno così i seguaci di certe sette. Il modo migliore di confessare Cristo davanti agli uomini rimane quello di dare il buon esempio. La virtù è la miglior confessione.
Chi mi rinnegherà
Pietro, il primo degli apostoli, rinnega Gesù. Quando la serva della porta di Anna gli dice: “Anche tu sei di loro!” (Lc 22, 58), Pietro risponde: “No, non lo sono!” E dice lo stesso ai soldati. Rinnegare Cristo è un grave peccato, ma si può anche dire che ogni peccato grave rinnega Cristo, anche se non è intenzionale. Ogni rinnegamento di Cristo è anche rinnegamento di sé stessi, perché guasta l’immagine di Dio nel cuore. È come se avessimo detto che noi non siamo noi, e rifiutassimo la nostra identità, ciò che siamo profondamente. I Padri della Chiesa dicono che l’effetto principale del peccato è la corruzione della propria personalità. Dal punto di vista psicologico la descrive Dostoevskij nel romanzo “I demoni”. Il rinnegamento turba fino a portare al suicidio. Solo Cristo può pacificare un’esistenza turbata e sconvolta.
(cfr. T. Spidlik – Il vangelo di ogni giorno)