Disse poi a colui che l’aveva invitato: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti”. (Lc 14, 12-14)
Dio, per noi, si è fatto dono. Ha donato tutto sé stesso. Certo… Dio ci dedica molto tempo! Egli, l’eterno che è al di sopra del tempo, ha assunto il tempo, ha tratto in alto il nostro tempo presso di sé. Lasciamo che il nostro cuore, la nostra anima e la nostra mente siano toccati da questo fatto! Non dimentichiamo il vero dono: di donarci a vicenda qualcosa di noi stessi. Di donarci a vicenda il nostro tempo. Di aprire il nostro tempo per Dio. Così si scioglie l’agitazione. Così nasce la gioia, così si crea la festa.
“Quando offri un banchetto, non invitare quanti ti inviteranno a loro volta, ma invita quanti non sono invitati da nessuno e non sono in grado di invitare te” (Lc 14, 12-14). E questo significa, appunto, anche non regalare qualcosa solo a quelli che, a loro volta, ti fanno regali, ma dona a coloro che non ricevono da nessuno che non possono darti niente in cambio. Così ha agito Dio stesso: Egli ci invita al suo banchetto di nozze che non possiamo ricambiare, che possiamo solo con gioia ricevere. Imitiamolo! Amiamo Dio e, a partire da Lui, anche l’uomo, per riscoprire poi, a partire dagli uomini, Dio in modo nuovo!
(cfr. Benedetto XVI° – Commenti ai Vangeli)