“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”. (Mt 11, 28-30)
Tutte le giornate iniziate nel nome di Gesù, secondo il suo stile, che è bello proporre anche ai nostri famigliari, procedono e terminano con la gioia misteriosa che si prova nel portare un giogo che, pensavamo fosse più pesante, e poi invece si rivela dolce e leggero. Al mattino, nella nostra camera personale, siano anche solo pochi minuti…ma tutti in casa comprendano che siamo indisponibili per chiunque, tranne che per il Padre Nostro che è nei cieli. Lui sa rendere dolce un giogo lavorativo pesante, frenando quella superbia che vorrebbe, “tutto e subito”, minimo sforzo e massimo rendimento secondo i miei “infallibili tempi di realizzazione”, che sempre crollano di fronte a imprevisti assolutamente imprevedibili. Quando ci appoggiamo solo a noi stessi, anche nelle quotidiane opere, non ci avvediamo di tanti particolari, nonostante i nostri calcoli e anneghiamo in un “bicchier d’acqua”. La giornata si riempie di banali sviste, che fanno saltare i nervi. Tutto diventa più complicato, distrazioni e giudizi malsani la fanno da padrone.
“Se Dio non costruisce la casa, invano si affatica il costruttore”. La grazia di Dio accompagna tutte le nostre imprese, anche le nostre mani operaie impegnate nelle mansioni più materiali. Uno squisito spirito umile e collaborativo, sa rinunciare alla sua autosufficienza e sa quando è ora di chiedere un consiglio e di farsi aiutare. Cammin facendo, anche tutte le difficoltà che affrontiamo sembrano ordinate alla nostra personale situazione di Figli che collaborano con il Padre. Tutto il male cede innanzi alla mano di Dio. Anche oggi giungiamo a sera troppo ricchi di frutti per non sorprenderci. Anche oggi trabocca il mio calice.