“Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. (Mt 5,38-48)
Il popolo che era immerso nelle tenebre e quelli che erano nell’ombra della morte, videro la luce immensa di Gesù che diceva a tutti “convertitevi perché il regno di Dio è vicino” (Mt 4,15-17). Il regno di Dio dunque s’instaura con il cambiamento di vita: non più la vita vecchia che dilagava inarrestabile dopo la decadenza dal peccato della superbia degli Angeli ribelli e della disubbidienza di Adamo ed Eva e dei loro discendenti, ma la vita nuova dell’Amore e dell’ubbidienza di Maria, Madre del Figlio di Dio fatto uomo, che pone fine al potere incontrastato del Nemico della natura umana. Ora è arrivato il tempo della realizzazione dell’eterno progetto del Padre. Il regno di Dio è vicino, è prossimo a noi, è in mezzo a noi, è Gesù stesso, perfetto come il Padre. E tutti siamo chiamati alla perfezione della santità e della carità, ciascuno nel proprio stato di vita (LG V, 39b. 42c). Gesù lo afferma proclamando la vera felicità con le Beatitudini, con puntuali applicazioni concernenti l’essere sale della terra e luce del mondo ed esortando ad imparare da Lui la pratica della perfezione della giustizia e dell’amore della Legge (Mt 5,1-48). Questa aveva avuto una funzione importante: restringere l’applicazione arbitraria di improvvisati giudici pronti ad emettere pesanti giudizi “esemplari” e a scatenare rappresaglie disumane contro i colpevoli. Rappresentava dunque un servizio all’equità della giustizia. Ma, pur avendo sì il suo valore, non aveva in sé il segreto per rinnovare l’umanità decaduta.
Dunque i discepoli del nuovo regno che Gesù sta per instaurare non si devono fermare a fare la semplice retta giustizia umana, che va sempre perseguita, ma devono cercare di stabilire un clima socio-culturale in cui si vive lo stile del rispetto, della magnanimità verso il malvagio, certamente non in modo banale, bensì mettendolo davanti alle sue responsabilità (Gv 18,23), e della generosità pronta e leale verso il bisognoso (Mt 5,38-42). Per quanto riguarda l’amore, Gesù, senza contestare la Legge, la conferma, ma nel contempo la supera dicendo ai suoi discepoli di imparare da Lui che aveva detto “beati i miti” (5,5) e dirà “imparate da me che sono mite ed umile di cuore” (11,28-30). È la nuova legge del perdono e dell’amore che sarà l’anima della regalità anche sociale del regno del suo Sacratissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria sua SS. Madre. Israele conosceva la legge dell’amore al prossimo (Lv 19,18), ma non nella sua estensione universale. Ora i figli del regno dei Sacri Cuori arrivano ad amare volentieri anche i nemici e a pregare per coloro che li perseguitano perché desiderano partecipare alla perfezione del Padre Celeste che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e gli ingiusti (Mt 5, 45s).