Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti”. (Mt 17, 1-9)
Chi è l’uomo?
La trasfigurazione di Gesù sul Tabor risveglia nel cuore una grande speranza sul destino dell’uomo. Infatti colui che si trasfigura in un essere di luce, è il medesimo che vedremo appeso alla croce. Se nel crocifisso puoi vedere gli abissi di sofferenza e umiliazione a cui può essere sottoposta la natura umana, in Gesù trasfigurato sul Tabor, puoi contemplare il destino di gloria che l’attende. Il genio di Raffaello ha tentato in modo mirabile di rappresentare il mistero divino della trasfigurazione, raggiungendo le vette più alte a cui l’arte sia mai pervenuta. Eppure le parole evangeliche, nella loro semplicità, sono di una forza straordinaria: “Fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”. Possiamo immaginare un volto umano che brilli come il sole? Non si può concepire nulla di più sublime al mondo!
Un volto luminoso ha sempre un riverbero divino. Il volto di Gesù ha manifestato in modo visibile la divinità nascosta sotto il velo della sua umanità. Nei grandi convertiti la distensione dei lineamenti del volto è sempre molto evidente, ed ha un autentico senso analogico di luminosità. A questo punto è lecito domandarsi: Chi è mai l’uomo, all’apparenza così fragile e caduco, ma chiamato in Cristo a partecipare a un tale splendore di gloria?
(cfr. L. Fanzaga – Pietre vive – p. 87)