“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco”. (Gv 14, 27-31)
Il Salvatore si avvia verso la passione. Ma prima parla di pace, come soltanto Lui può fare. Spende parole che soltanto Dio, può proporre come assolute. Parole più forti della morte: “Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”, realizzarle è quanto vorrebbe ogni uomo e ciò non è perseguibile, se non accanto al falegname di Nazareth. Ogni altro tentativo è destinato a fallire miseramente, innanzi alla superiore scienza dell’Oscuro Signore di questo mondo. Seguiamo Gesù perché proviamo una sicura consolazione. La sua voce entra nell’anima e non la si vuole più perdere. La via della redenzione e della salvezza è fatta di tenerezza, di parole tanto dolci e soavi, quanto virili, gravide di bellezza, che entrano nel profondo, con l’autorevolezza dell’autenticità del Signore Gesù. La conversione è sentirsi chiamati per nome, sentirsi conosciuti.
Lui ci guida a partire da questo: una parola che entra in noi e trafigge il cuore. Impone una scelta. Così Gesù cammina davanti noi e lo si segue in piena libertà, che non ci viene mai tolta. Gesù non toglie mai la “vertigine” della libertà, con i suoi dodici attributi, sempre legati allo Spirito che riceve chi spalanca le porte a Cristo.
“I frutti dello Spirito sono perfezioni che lo Spirito Santo plasma in noi come primizie della gloria eterna. La tradizione della Chiesa ne enumera dodici: “amore, gioia, pace, pazienza, longanimità, bontà, benevolenza, mitezza, fedeltà, modestia, continenza, castità” (Gal 5, 22-23). CCC 1832
“Con lo Spirito Santo, che rende spirituali, c’è la riammissione al paradiso, il ritorno alla condizione di figlio, il coraggio di chiamare Dio Padre, il diventare partecipe della grazia di Cristo, l’essere chiamato figlio della luce, il condividere la gloria eterna”. CCC 736