“Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato”. (Gv 16, 5-1)
In Gesù, Dio ci ha donato tutto sé stesso, nulla può essere donato ulteriormente. Non è possibile dunque pensare ad un’altra rivelazione aggiuntiva a quanto Cristo ci ha mostrato. Ma la capacità umana di comprendere è più limitata e soprattutto traviabile di quanto consideriamo. Perciò la missione dello Spirito è di introdurre la Chiesa in modo sempre mutevole nei modi, ma costante nella sostanza, nelle varie situazioni della vita, alla grandezza del mistero del Salvatore. Lo Spirito, Consolatore Ottimo, non pone nulla di nuovo vicino a Gesù. Non esiste nessuna rivelazione pneumatica, come oggi affermano diversi ambienti, da porre accanto a quella che Cristo ha già storicamente compiuto e che il Magistero ci propone da venti secoli e che sempre si conferma “Luce di Cristo”.
Tutta la prima settimana degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio, è dedicata alla meditazione del peccato. Lo scopo di questa insistenza è prendere contatto, gustare il sapore amaro della lontananza da Dio, quando diventa difficoltoso ricevere il soffio della vita. Come abbiamo consapevolezza del male fisico, così dovremmo avere reazione perentoria innanzi al male morale. Ma siamo tutti consapevoli che il “senso vivo del peccato”, va chiesto a Maria Immacolata. Persona dotata della sensibilità massima alla presenza piena del Paraclito, fino a garantirle totale assenza di peccato. Anche i predicatori degli Esercizi e i santi hanno sempre bisogno di rinverdire questo dono, perché il nemico è scientificamente invincibile. Il primo accostamento alla fede porta questa verità urgente: vedere il peccato come offesa alla retta ragione e all’amore che Gesù ci ha insegnato. Sentire il peccato come il male massimo, è un’acquisizione di verità, che è opera dello Spirito di Dio, che ci mostra la realtà con gli occhi del Salvatore.