La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. Detto questo, soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”. (Gv 20, 19-23)
Dopo l’Ascensione del Signore ha inizio il tempo dello Spirito, che è quanto noi oggi viviamo. La realtà spirituale odierna, verso cui deve orientarsi ogni battezzato, è di essere pienamente Tempio dello Spirito. Dopo aver predisposto gli animi con due segni – rumore come di vento impetuoso e fiamme di fuoco – “Essi furono pieni di Spirito Santo”. Egli è l’amore con cui il Padre ama il Figlio e con cui il Figlio ama il Padre. Potremmo anche dire che è la vita, la dolcezza, la beatitudine che scorre nella Trinità, perché l’amore è tutte queste cose insieme, infatti San Paolo afferma: “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5). Non è affatto un evento avvenuto in anestesia, di cui l’interessato non ha avuto coscienza. Gli apostoli fecero una esperienza travolgente dell’amore di Dio. È descritto negli Atti degli Apostoli, come scomparvero in loro timidezza e pavidità, al punto da apparire uomini nuovi. Sono milioni oggi le persone che affermano di aver vissuto una nuova Pentecoste. Generalmente dicono: -Per la prima volta nella vita ho capito cosa significa essere amati da Dio, essere figlio di Dio-. Dal cuore del credente esce il primo sincero: Abbà Padre! È morto lo schiavo ed è nato il figlio (Gal 4, 6-7). È la rinascita “dall’alto” o “dallo Spirito” (Gv 3, 3-8).
La prima disposizione per ricevere lo Spirito è concepirne un vivo desiderio, con fede piena di attesa: “Chi ha sete venga a me e beva” (Gv 7, 37-39). Lo Spirito Santo viene dove è amato, invitato e atteso. Non in modo solo formale o limitativo: mi raccomando niente stranezze, o novità che tocchino il mio quieto vivere! È questa poca fede che rende mediocre il cattolicesimo. Quello che lo Spirito Santo tocca viene cambiato. Tutto altamente a favore nostro! Qui veramente: Spalanchiamo le porte a Cristo che manda il suo Spirito. Egli “lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato” (Sequenza di Pentecoste). (cfr. R. Cantalamessa – La parola di Cristo – Ed San Paolo – p. 97-101)