« Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: “Tu, chi sei?”. Egli confessò e non negò. Confessò: “Io non sono il Cristo”. Allora gli chiesero: “Chi sei, dunque? Sei tu Elia?”. “Non lo sono”, disse. “Sei tu il profeta?”. “No”, rispose. Gli dissero allora: “Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?”. Rispose: “Io sono voce di uno che grida nel deserto : Rendete diritta la via del Signore , come disse il profeta Isaia”. Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?”. Giovanni rispose loro: “Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo”. Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando » (Gv 1,19-28)
L’attesa del Messia era diffusa ai tempi della predicazione di Giovanni il Battista, ma non c’era chiarezza sulla sua figura. Un inviato di Dio (un uomo specialmente scelto da Dio e quindi un “unto” χριστός – מָשִׁיַח, un re o un profeta), Elia tornato dal cielo oppure “il profeta” promesso da Mosé in Dt 18,15. Giovanni nega di essere il Messia. Nega anche di essere Elia e questo non contraddice le parole di Gesù che lo identifica con l’antico profeta (Mt 17,11-13). Giovanni infatti dice di non essere letteralmente la persona di Elia che, non essendo morto, ma “rapito”, tornerà alla fine dei tempi (cfr. Ml 3,23-24; Sir 48,4.10). Lui agirà « con lo spirito e la potenza di Elia » (Lc 1,17) in conformità a una concezione presente nella Scrittura secondo cui una persona può ereditare “lo spirito” di un’altra (cfr. 2Re 2,15), che non ha niente a che fare con la dottrina della reincarnazione. Nega anche di essere “il profeta”. Afferma solo di essere la “voce”, il suono che annuncia la venuta della “Parola”. Se si ascolta il suono, la Parola può nascere nel tuo cuore. Il suo battesimo è solo un gesto di penitenza, che prefigura il Battesimo vero che ha la forza di trasformare le persone. « La consacrazione messianica di Gesù rivela la sua missione divina. “È, d’altronde, ciò che indica il suo stesso nome, perché nel nome di Cristo è sottinteso colui che ha unto, colui che è stato unto e l’unzione stessa di cui è stato unto: colui che ha unto è il Padre, colui che è stato unto è il Figlio, ed è stato unto nello Spirito che è l’unzione” [Sant’Ireneo di Lione, Adversus haereses, 3, 18, 3] » (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 438). San Giovanni Battista personifica la preparazione all’incontro con Gesù. L’incontro con una persona che annuncia il Signore, sia esso sacerdote o laico, può essere il punto di partenza. Se la persona che incontri ti scuote con l’esempio della sua vita, se nei suoi discorsi c’è il “suono” che cela la presenza della Parola può essere un incontro decisivo. Non è quell’incontro che ti converte: a cambiarti è solo l’incontro con Gesù. L’apostolo però è un tramite, una prepazione, un’occasione da non perdere.