« “Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?”. Risposero: “Il primo”. E Gesù disse loro: “In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli” » (Mt 21,28-32)
L’argomento di fondo è l’autorità di Giovanni il Battista. I capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo, provocati da Gesù sul punto, si mostrano evasivi (cfr. Mt 21,23-27). Gesù però insiste e racconta una parabola su un uomo con due figli. Il padre chiede al primo di andare a lavorare alla sua vigna, un’immagine dell’Antico Testamento che sta per Israele (cfr. Mt 20,1-16; Is 5,1-7). Il primo figlio rifiuta di obbedire. Era un atto molto grave e vergognoso (cfr. Sir 3,1-16). Più avanti però cambia idea e va nella vigna a lavorare. Il secondo figlio accoglie il comando con deferenza e chiama il padre “Signore”. A questo però non segue una obbedienza concreta e vera. « Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli » (Mt 7,21). I capi dei sacerdoti e gli anziani riconoscono facilmente che a fare la volontà del padre è il primo figlio e non il secondo. A questo punto c’è l’affondo di Gesù che dovette lasciare gli ascoltatori a bocca aperta, ma che si presentava come una conclusione logica e inevitabile: allora i pubblicani e le prostitute entrano nel Regno di Dio prima di voi, anzi – a ben guardare – al posto di voi. I pubblicani e le prostitute erano l’immagine vivente delle persone evidentemente escluse dall’Alleanza di Dio. Eppure proprio loro, peccatori disprezzati, avevano ascoltato le parole di Giovanni Battista e si erano convertiti. Il collegamento tra coloro che si consideravano giusti e il secondo figlio appariva allora come un’evidenza: essi infatti affermavano di compiere la volontà di Dio ma non accettavano di convertirsi. Dio aveva mandato loro un profeta, il quale li aveva invitati alla conversione e loro non lo avevano ascoltato. Così avrebbero visto pubblicani e prostitute entrare nel Regno e loro esserne esclusi: « Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti » (Mt 8,11-12). Il messaggio di fondo, che riguarda gli oppositori di Gesù, ma riguarda anche noi è questo: chi fa la volontà di Dio? Chi “dice” di farla o chi la fa effettivamente? Ma chi può dire di essere capace di farla effettivamente? Chi si riconosce un poveraccio, un peccatore, un buono a nulla, uno che ha bisogno di aiuto e si affida fiducioso a chi capisce che lo può aiutare. Il riferimento a Giovanni è evidentemente una allusione al suo ruolo di profeta che annuncia la venuta del Salvatore. Vuoi veramente fare la volontà di Dio? Allora sii sincero e riconosci di non esserne capace e affidati con umiltà a chi ti può cambiare. Gesù è la Misericordia di Dio che è venuta in mezzo a noi. Lasciati amare da Lui. « Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità » (1Gv 3,18). Come si fa ad amare con i fatti, nella concretezza, se non ne siamo capaci? In fondo è semplice: 1) riconoscendo di non esserne capaci, cioè “confessando i nostri peccati”; 2) accogliendo l’amore da chi generosamente ce lo da. Smettiamola di cercare il pelo nell’uovo per trovare delle scuse, tutti intenti a trovare colpe fittizie o anche reali negli altri, e accogliamo sinceramente la misericordia di Dio nella nostra vita. A partire dalla misericordia che è il cuore del Vangelo, tutta la verità di Dio ci apparirà come nuova e ci sentiremo capaci di diffonderla intorno a noi senza presunzione ma con indomabile coraggio.