« Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò » (Gv 14,6-14).
Oggi è la festa dei santi apostoli Filippo e Giacomo (il minore, molto probabilmente Giacomo figlio di Alfeo, cugino di Gesù). Sull’apostolo Filippo abbiamo diverse informazioni nel vangelo di Giovanni: Gv 1,43-46 (annuncia che Gesù è il Messia a Natanaele); 6,5-7 (è interpellato da Gesù sui pani da procurare per dare da mangiare alla folla); 12,20-22 (alcuni greci lo contattano per poter parlare con Gesù: Filippo dunque conosceva la loro lingua); infine abbiamo il brano che la Chiesa propone oggi alla nostra meditazione-contemplazione. Filippo non ha ancora capito che Gesù è Dio e che la sua vita manifesta e rivela l’amore infinito che Dio è in sé stesso e che, in Gesù, riversa sugli uomini. Lui e il Padre sono un’unica realtà. Gesù rimprovera Filippo per la sua incredulità, ricordandogli che lungo tutta la sua vita non ha insegnato altro che la sua unione profonda, intima ed unica con Dio e ha testimoniato questa verità con i suoi miracoli. « Tutta la vita di Cristo è Rivelazione del Padre: le sue parole e le sue azioni, i suoi silenzi e le sue sofferenze, il suo modo di essere e di parlare. Gesù può dire: “Chi vede me, vede il Padre” (Gv 14,9), e il Padre: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo” (Lc 9,35). Poiché il nostro Signore si è fatto uomo per compiere la volontà del Padre [cfr. Eb 10,5-7], i più piccoli tratti dei suoi Misteri ci manifestano “l’amore di Dio per noi” (1Gv 4,9) » (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 516). Chiediamo a san Filippo di aiutarci a leggere con fede il Vangelo di ogni giorno, cercando anche con la nostra immaginazione di essere presenti a quello che Gesù ha detto e fatto, consapevoli che vedere Gesù è vedere Dio. « […] nella sua anima come nel suo corpo, Cristo esprime umanamente i comportamenti divini della Trinità [cfr. Gv 14,9-10]: “Il Figlio di Dio […] ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. […] [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22] » (Ibid., n. 470).