« Vennero da lui alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: “Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo ugualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie”. Rispose loro Gesù: “Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe ? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore” » (Mc 12,18-27).
I Sadducei erano uno dei principali partiti che c’erano ai tempi di Gesù, assieme ai Farisei e agli Erodiani. I “Sadducei” raccoglievano l’aristocrazia sacerdotale, le loro famiglie e i loro adepti. Il loro nome viene o dal nome del sacerdote Sadoc del tempo di Davide (2Sam 8,17; 15,24) o dal termine ebraico che designa ‘il giusto’: צַדּיק – tzaddiq, oppure da entrambi. La loro dottrina religiosa era molto più indulgente e ‘liberale’ rispetto a quella dei farisei. Accettavano come parola di Dio esclusivamente la Torah (cioè i primi cinque libri della Bibbia) e rifiutavano tutte le tradizioni più recenti come la credenza negli angeli e negli spiriti e la resurrezione della carne. Ora si avvicinano a Gesù per metterlo in difficoltà e gli pongono una domanda “trabocchetto” in cui portano alle estreme conseguenze un precetto della legge, quello conosciuto come legge del “levirato”. Secondo la legge del levirato (dal latino “levir” – “cognato”), il fratello del marito in caso di morte deve sposare la vedova per suscitare una discendenza al fratello (cfr. Dt 25,5-6). Il caso proposto dai sadducei a Gesù è un caso estremo: una donna diventa moglie successivamente di sette fratelli. Se c’è la resurrezione dai morti questa donna di chi sarà moglie? In termini crudi: con chi andrà a letto di questi sette fratelli? La risposta di Gesù comporta due argomenti. Uno riguarda il matrimonio che – nel senso biologico e carnale in cui lo intendono i sadducei – è una realtà passeggera di questo mondo. Nel mondo futuro infatti gli uomini « non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli ». In esso infatti la morte sarà definitivamente sconfitta e non ci sarà dunque la necessità di assicurare una discendenza. L’altra riguarda il rapporto con Dio che va necessariamente oltre la morte. Se Dio stabilisce una relazione questa relazione deve essere eterna, come è eterno Dio. Gesù risponde ai sadducei citando un testo del Pentateuco, l’unica Scrittura da loro accettata, in cui si parla della relazione che Dio intrattiene con i patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe e Dio « non è Dio dei morti, ma dei viventi! ». L’amore, qualunque amore, se è autentico, è eterno. Gli sposi qui non devono pensare che nel “mondo nuovo” scomparirà il loro amore matrimoniale. Scomparirà solo il loro amore “biologico”. Chi è chiamato alla castità per il Regno dei cieli anticipa già su questa terra uno stato che sarà definitivo per tutti nel mondo dei risorti.