« Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”. Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città » (Mt 10,34-11,1).
Gesù è la nostra pace (Ef 2,14) e il suo messaggio è un messaggio di pace. Nessuno oserebbe metterlo in dubbio. Tuttavia la sua pace è un’altra pace rispetto a quella di questo mondo. La pace di questo mondo è un’assenza di conflitti. Questo può avvenire per tante ragioni. Per paura, perché c’è un potere che domina e che non ammette nessuna resistenza. Per assenza di veri desideri: tutti hanno quello che desiderano. Mangiano, bevono, dormono, fanno sesso quando e come vogliono… L’una è la pace del terrore, l’altra è la pace dell’abbruttimento. La pace di Gesù è la pace vera, che consiste nell’ordine. Ogni cosa al suo posto e ogni desiderio sottomesso all’Amore di Dio. In questa pace ci sono i conflitti: chi ama la Verità non odia nessuno, ma è odiato da chi è schiavo delle sue passioni. La testimonianza della Pace è martirio. Amare la Verità vuol dire amarla al di là di tutto e sopra tutto. Desiderare piuttosto di essere condannati dalla Verità che di essere giustificati dalle proprie menzogne. Le menzogne non giustificano, mentre la condanna della Verità, in quanto desiderata e accolta, è misericordia, perdono e giustificazione (Rm 5,18).