« Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: “Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti”. Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre” » (Mt 12,46-50).
La situazione di Maria, che deve fare la fila per parlare con il suo figliolo e che riceve una risposta apparententemente così sgarbata (cfr. anche Gv 2,4) è molto significativa: essa vive tutto con una fede umile, rispettosa e intelligente. Cerca di capire secondo il suo stile: « Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore » (Lc 2,19). Essere devoti di Maria vuol dire soprattutto far proprio, con coraggio, il suo stile. Anche la Chiesa (che fa tutt’uno con Gesù) in certi momenti ci può sorprendere e perfino scandalizzare.
Il vero figlio di Maria, si astiene però da ogni giudizio avventato; sta invece a guardare tutto con fede e quindi con grande attenzione. Riflette su quanto succede e, collegando nel suo cuore gli eventi presenti tra di loro e con quelli passati, cerca umilmente di capire. Perché vuole capire? Per un unico scopo: per unire liberamente e consapevolmente la sua volontà alla volontà di Dio: « chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre ». Qui Gesù infatti, attraverso delle affermazioni sorprendenti, trasmette un insegnamento fondamentale: la Chiesa che sta fondando non è una associazione qualunque: è una famiglia, la famiglia di Dio. Come sempre l’insegnamento del Signore costringe ad un passaggio di livello.
Il rapporto che lo lega con ogni suo membro supera (non nega…) il rapporto più stretto a livello naturale e umano, quello della famiglia di sangue. Maria anziché umiliata è esaltata: lei è madre, non tanto per il sangue, ma per la sua fede viva. Ha concepito Gesù prima nella mente, con la sua fede senza macchia, che nel suo grembo (cfr. sant’Agostino e san Leone Magno, citati da san Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, n. 13). Anche noi siamo chiamati ad essere fratelli e sorelle di Gesù in quella Famiglia che è la sua Chiesa. Non solo: anche madri, perché la vita che abbiamo ricevuto come dono assolutamente gratuito chiede imperiosamente di essere gratuitamente trasmessa.
« La fede si rafforza donandola! » (san Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, n. 2). Un credente non missionario è una contraddizione vivente.