Il grande seminario e la cattedrale di Frisinga, che videro Joseph Ratzinger alunno, professore ed arcivescovo prima di spiccare il volo verso Roma
di Michele Brambilla
L’arcidiocesi di Monaco-Frisinga conserva, tra i suoi tesori, l’antica cattedrale della cittadina di Frisinga, un tempo diocesi distinta. Lì continua a formare i suoi chierici, presso il locale Seminario arcivescovile. Fu a queste porte che, dopo il Seminario minore, intrapreso nel 1939 al seguito del fratello Georg (1924-2020), soprannominato il “Ratzinger dell’organo”, bussò nel 1946 il chierico Joseph Ratzinger (1927-2022) per perfezionare i suoi studi seminaristici. Il “Ratzinger dei libri” iniziò, così, la sua carriera accademica, che lo portò a divenire professore del medesimo istituto. Entrambi i Ratzinger furono ordinati sacerdoti il 29 giugno 1951 nel Duomo di Frisinga, dedicato alla Madonna e a S. Corbiniano (sepolto nella basilica), di cui Benedetto XVI avrebbe “adottato” l’orso nello stemma pontificale.
La chiesa, all’esterno, presenta un profilo similare a molte basiliche della zona: cinque navate, scandite da possenti pilastri, murature spesse di origine romanica, alto presbiterio rialzato con terminazione rettangolare. I due campanili si trovano ai lati dell’arco trionfale e non sulla facciata: del resto, l’ingresso più prestigioso, rifatto in epoca barocca, si trova sul lato destro dell’edificio. Un filmato rarissimo riprende proprio il momento in cui gli ordinandi del 1951 varcano questo portale.
L’attuale cattedrale fu edificata tra il 1159 e il 1250 come ampliamento di una cappella mariana fondata nel 715. La volta del Duomo fu ricostruita in muratura tra il 1481 e il 1483 e ridipinta già nel 1619, quando in Germania era già iniziata la guerra dei Trent’anni (1618-48), che inibì la continuazione dei cantieri barocchi fino al 1724, quando intervennero i fratelli architetti Cosmas Damian (1686-1739) ed Egid Quirin Asam (1692-1750). Ancora due fratelli geniali all’opera a Frisinga. Per di più, Egid morì nello stesso anno di Johann Sebastian Bach (1685-1750), il cui genio organistico metteva perfettamente d’accordo i due Ratzinger.
L’interno risplende, quindi, delle trasformazioni settecentesche. Ecco presentarsi, allora, il limpido Barocco bavarese nella sua profusione di stucchi e dorature, tuttavia la presenza di un matroneo e di qualche elemento seicentesco rende l’edificio più simile ad una chiesa italiana di molti altri esempi locali.
Fu per l’altare maggiore del Duomo di Frisinga che Pieter Paul Rubens (1577-1640) dipinse la celebre Donna dell’Apocalisse (1623-25). Raztinger ha indagato il mistero dell’escatologia forse proprio a partire da questo quadro, sotto il quale è stato ordinato prete e ha celebrato più volte la Messa.
La cripta romanica, intatta, fu edificata per accogliere le reliquie di san Nonnoso, a cui si aggiunsero presto quelle di san Corbiniano e di san Lamberto, tre grandi apostoli della Germania carolingia. Collegata alla cripta l’ottagonale Cappella di Massimiliano, edificata nel 1710 dall’architetto ticinese Giovanni Antonio Viscardi (1645-1713): benché prenda il nome dal duca Massimiliano II Emanuele (1679-1726), della casata dei Wittelsbach, conserva soprattutto le reliquie del beato Gaspare Stanggassinger (1871-99), sacerdote redentorista che fu vicerettore del Seminario minore di Gars am Inn.
Il chiostro medievale, anch’esso restaurato in epoca barocca, conduce agli ambienti scolastici. Il visitatore vorrà certamente vedere per prima la biblioteca, dove il futuro Benedetto XVI studiava e preparò molti suoi testi: ebbene, essa è collocata proprio sopra una cappella trecentesca dedicata, neanche a dirlo, a san Benedetto da Norcia. Abbiamo così l’intera genealogia del pensiero del defunto Papa emerito, grande assertore e cantore delle autentiche radici culturali dell’Europa.
Sabato, 21 gennaio 2023