Un’importante lettera dell’episcopato scandinavo sulla sessualità umana
di Andrea Morigi
Si può anche non credere alla storia biblica, ma indubitabilmente il libro della Genesi precede la rivendicazione della bandiera dai sei colori «come simbolo di un movimento allo stesso tempo politico e culturale». E va messo in chiaro che l’arcobaleno, nella Bibbia, è «il segno dell’alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra».
Riappropriarsi del suo significato soprannaturale è un passo ritenuto necessario dai vescovi riuniti nella Conferenza Episcopale della Scandinavia per non rassegnarsi a cedere terreno, nemmeno dal punto di vista della comunicazione, in quella che appare sempre più una sfida contro la Chiesa cattolica e la sua morale tradizionale così come si è espressa finora nel Magistero.
Che l’attacco provenga dall’esterno è un classico della storia ecclesiastica, benché l’inizio dell’attuale processo di “autodemolizione” della Chiesa risalga ormai a qualche decennio fa, a partire dal post-concilio. Il cammino sinodale che si è concluso il 23 marzo 2023 ha visto la Chiesa cattolica che è in Germania prendere posizione a favore della benedizione delle coppie omosessuali. Ma quella tendenza non ha preso piede in Danimarca, Svezia, Norvegia, Islanda e Finlandia, i cui primati e amministratori apostolici hanno inteso chiaramente distanziarsi dai confratelli tedeschi.
E proprio questo aspetto appare come il punto nodale nella Lettera pastorale sulla sessualità umana (NBK Lettera pastorale quaresima 2023 IT (katolskakyrkan.se), pubblicata il 25 marzo 2023, in occasione della quinta domenica di Quaresima.
Il tempo liturgico forte può favorire una riflessione sulla teologia del corpo, che la Lettera intende indirizzare fuori da «ogni ingiusta discriminazione», ma marcando la distanza da «una visione della natura umana che astrae dall’integrità incarnata della persona, come se il sesso fosse qualcosa di accidentale», rifiutandone l’imposizione «ai minori come un pesante carico di autodeterminazione al quale non sono preparati».
Con un’accentuazione della parresìa, si sarebbero potuti esplicitare termini come “teoria gender” e “processo di transizione”, solo accennati e mai nominati.
La pars construens del messaggio è coraggiosamente, visti i tempi, fedele all’insegnamento biblico, secondo cui «l’immagine di Dio nella natura umana si manifesta nella complementarietà del maschile e del femminile», anche quando le ferite del peccato originale rendono difficile il riconoscimento del piano della Creazione, considerando che «in tutti noi ci sono elementi caotici che vanno messi in ordine». Recuperare e riconciliarsi attraverso la penitenza può costare. Come in un esodo, dove però «non camminiamo soli», ma insieme a una comunità ecclesiale che non esprime una condanna ma, alla sequela di Gesù, accompagna i peccatori verso la conversione.
A dire il vero, anche la parola “peccato” non compare mai nel testo dei vescovi scandinavi. I toni utilizzati eludono accuratamente non solo il confronto dialettico, ma sembrano relegare nell’ombra anche il giudizio morale, e di certo non si citano né i passi della Sacra Scrittura su Sodoma e Gomorra, né le lettere di san Paolo apostolo, in cui si condannano le relazioni “contro natura”, né il Catechismo della Chiesa Cattolica, né la Lettera della Congregazione della Dottrina della Fede ai vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali. Nei Paesi in cui i cattolici ormai da secoli sono minoranze, anche se non più perseguitate, l’approccio al dialogo con la società secolarizzata ha visto un’evoluzione che conduce a un annuncio: «Cerchiamo di appropriarci dei principi fondamentali dell’antropologia cristiana, mentre ci avviciniamo con amicizia, con rispetto, a coloro che si sentono estranei ad essi», a cui segue una proposta: «Nell’ospitale fraternità della Chiesa c’è posto per tutti. La Chiesa, dice un antico testo, è “la misericordia di Dio che scende sugli uomini”. Questa misericordia non esclude nessuno, ma stabilisce un alto ideale». E si rivolge anche a coloro che «sono perplessi dall’insegnamento cristiano tradizionale sulla sessualità», ai quali viene spiegato che «il punto dell’insegnamento della Chiesa non è quello di ridurre l’amore, ma di realizzarlo».
Mercoledì, 29 marzo 2023