Da UCCR del 07/02/2019. Foto da articolo
Terry Bean e Ed Buck. Chi sono? Il primo (a sinistra, nella foto) è un imprenditore e storico militante Lgbt, fondatore di numerose organizzazioni arcobaleno. Il secondo, Buck (a destra), è un businessman milionario e anche lui consigliere e attivista per i “diritti gay”. Li accomuna anche essere, forse, i più grandi sponsor e finanziatori del movimento omosessuale statunitense, che hanno versato migliaia di dollari per la campagna elettorale di Barack Obama, di Hillary Clinton, del governatore della California, Jerry Brown, e di Eric Garcetti, sindaco di Los Angeles, in cambio della promessa della liberalizzazione delle nozze gay.
Secondo prostituto di colore morto per overdose a casa del milionario Lgbt
Qualche settimana fa a casa di Edward Buck ad Hollywood è morto il secondo prostituto di colore nel giro di 17 mesi. Nel luglio 2017, quando il corpo di Gemmel Moore venne ritrovato nel suo appartamento, i pubblici ministeri rinvennero nella sua casa un enorme equipaggiamento per la droga, tra cui 24 siringhe contenenti residui di colore marrone, cinque tubi di vetro con residui bianchi e segni di bruciatura, cannucce di plastica a profusione, sacchetti con polveri bianche di tutti i tipi e sostanza cristalline.
La morte dell’uomo fu attribuita ad un’overdose accidentale di metamfetamina e lo sceriffo della contea di Los Angeles si rifiutò di sporgere denuncia contro Buck, scatenando molti attivisti afro-americani che accusarono i funzionari di Los Angeles di proteggere l’attivista Lgbt a causa dei suoi generosi contributi a potenti politici. Questo, nonostante che nel diario della vittima venne trovato scritto: «Sono diventato dipendente dalla droga. Ed Buck è colui che devo ringraziare. Mi ha dato la mia prima iniezione di crystal meth». Buck gli aveva iniettato droghe pericolose prima della sua morte. Come dicevamo, poco tempo fa la polizia ha ritrovato un secondo uomo di colore morto a casa del milionario Lgbt, anche questa volta a causa di un’overdose di droghe. La madre ha parlato di omicidio, accusando Buck, mentre Jermaine Gagnon, un uomo di 28 anni, ha riferito al DailyMail di essere riuscito a scampare dalla morte quando Ed Buck gli iniettò una dose di droga nel suo appartamento pieno di giocattoli sessuali, durante uno dei tanti festini in cui il milionario stuprava e stordiva giovani uomini di colore.
Il milionario gay, amico di Obama: accusato di abusi sessuali.
Se restiamo sempre attorno alla cerchia Obama-Clinton (e Nancy Pelosi, speaker della Camera), spunta il nome del democratico dell’Oregon, Terry Bean (66 anni), che il 4 gennaio scorso è stato incriminato per la seconda volta per pedofilia. Anche Bean, omosessuale, è un volto noto della lobby Lgbt americana, creatore del Gay and Lesbian Victory Fund per sostenere economicamente i candidati politici che dichiarano la loro omosessualità. Nel 2009, durante una cena dedicata ai “diritti umani”, Obama ringraziò Bean, definendolo un “grande amico e sostenitore”. Viene infatti descritto come “sostenitore di spicco del presidente Obama” e “pioniere dei diritti civili”, ed è stato arrestato in custodia cautelare per abusi sessuali su un minore di 15 anni, risalente al 2014, compiuti assieme al suo ex-fidanzato venticinquenne Kiah Lawson.
Quasi contemporaneamente alla morte del primo uomo a casa di Ed Buck, venne indagato anche l’allora sindaco di Seattle, Ed Murray, dopo che numerosi uomini lo hanno accusato di abusi sessuali nei loro confronti quando erano ancora minorenni. Anche Murray è un politico apertamente gay, membro del Partito Democratico statunitense e strettamente legato a Obama.
Il “caso Varani” in Italia e lo stile di vita degli attivisti Lgbt.
La presunzione di innocenza vale per tutti, anche se le prove in questo caso sono piuttosto schiaccianti, lo dimostra l’imbarazzo dei grandi media legati al progressismo arcobaleno che stentano a riportare in modo approfondito le notizie. Sopratutto i crimini imputati a Ed Buck, ricordano molto vicino il “caso Varani” che ha sconvolto l’Italia nel 2016. Marco Prato, volto notissimo della movida arcobaleno e attivista Lgbt contro i valori del mondo cattolico, uccise barbaramente Luca Varani durante un festino gay a base di cocaina e alcol, senza alcun movente.
Ne emerse una perversione ai limiti dell’immaginabile e ha mettere al centro lo stile di vita di molti omosessuali militanti è stato un giornalista gay, Marco Pasqua, redattore presso Il Messaggero. «Un mondo che tutti i gay conoscono, una realtà borderline», denunciò Pasqua. «La comunità ha paura che si raccontino cose che tutti conoscono. Che si scoperchi il vaso di Pandora. Tutti sanno, ma è meglio non parlarne». L’attenzione della giustizia statunitense sui due influenti milionari, rivela che le coperture sono forse finalmente saltate. Chissà che il vaso di Pandora non si apra davvero.
La redazione