Da Avvenire del 10/12/2021
L’inverno demografico in Italia non conosce soste e il bilancio consuntivo del 2020 ne è una fedele fotografia, aggravata ovviamente dall’arrivo della pandemia. Lo afferma l’Istat nel report dedicato al ‘Censimento della popolazione e dinamica demografica’, pubblicato ieri.
«Il nuovo record minimo delle nascite (405mila) e l’elevato numero di decessi (740mila) aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese – sottolinea il rapporto –. Il deficit di ‘sostituzione naturale’ tra nati e morti (saldo naturale) nel 2020 raggiunge -335 mila unità, valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a quello record del 1918 (-648 mila), quando l’epidemia di ‘spagnola’ contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni di decessi registrati in quell’anno».
Siamo dunque di fronte a un cambiamento epocale, già anticipato negli anni scorsi e che troverà probabilmente conferma nel 2021, quando il dato sulla natalità potrebbe essere ulteriormente aggiornato in senso negativo, addirittura sotto quota 400mila nati.
Complessivamente, al 31 dicembre 2020, data di riferimento della terza edizione del Censimento permanente, la popolazione in Italia conta 59.236.213 residenti, in calo dello 0,7% rispetto al 2019 (405.275 individui). L’Istat spiega che «questo calo è attribuibile prevalentemente alla dinamica demografica tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2020: infatti, il saldo dovuto al movimento demografico totale (saldo naturale più migratorio), desumibile dalle fonti anagrafiche, ha fatto registrare 362.507 unità in meno».
Per Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle famiglie, siamo di fronte all’ennesimo «bollettino di guerra. Ormai non si tratta di trovare il colpevole, ma di cominciare a fare qualcosa che possa invertire la rotta. La natalità, inutile girarci intorno, è la nuova questione sociale». Tra le curiosità del rapporto, ci sono i dati sullo ‘stato anagrafico’ dei borghi d’Italia. Così, si viene a sapere che il Comune più giovane della nostra penisola si trova in provincia di Caserta, si chiama Orta di Atella, con un’età media di 35,7 anni, mentre il Comune più vecchio è Ribordone, nel Torinese, dove l’età media è di anni 66,1. Sempre nel Torinese, a Moncenisio, si trova il Comune che ha avuto il maggior incremento di popolazione rispetto al 2019.
Complessivamente, la popolazione al 31 dicembre 2020, spiega l’istituto statistico, è inferiore a quella del 2019 in tutte le Regioni, in particolare nel Mezzogiorno (-1,2% nell’Italia meridionale e 1% nelle isole); quasi ovunque, a eccezione delle province autonome di Bolzano e di Trento, a determinare la diminuzione è soprattutto la dinamica demografica recessiva del 2020. Tutte le regioni registrano una contrazione di popolazione residente ad eccezione della Toscana. I cali maggiori si osservano in Molise (-2,1%), Calabria (-1,8%), Campania (-1,5%) e Sardegna (-1,3%). Al 31 dicembre 2020 gli stranieri censiti sono 5.171.894; 132.257 in più dell’anno precedente ma diventano circa 150 mila in più per effetto di un ‘aggiustamento statistico’.