Le chiese-ossario a Roma e Milano: gusto del macabro o sapienza pasquale?
di Michele Brambilla
Nei secoli della Riforma cattolica in molte città furono costruite chiese che avevano anche la funzione di ossari per i cimiteri soppressi. Una delle più celebri è la chiesa di S. Maria dell’Orazione e Morte a Roma, edificata nel 1573 dall’Arciconfraternita dell’Orazione e Morte, che aveva come scopo raccogliere i cadaveri insepolti che si potevano trovare sulla strada o nel Tevere.
Il complesso comprendeva la chiesa attuale, un oratorio per i confratelli e un vasto cimitero, che fu però sgomberato nel 1886, quando gli ingegneri dell’Italia sabauda iniziarono la costruzione dei muraglioni del Tevere dopo l’alluvione del 1873. Nella cripta della chiesa si trovano circa 8000 salme. Fino alla breccia di Porta Pia l’arciconfraternita era solita allestire nella cripta, in occasione dell’Ottavario dei defunti, statue di cera che riproducevano scene storiche, che venivano mostrate ai bambini come ammonimento sulla precarietà della vita.
La chiesa che vediamo attualmente, però, non è quella del Cinquecento, ma un edificio disegnato da Ferdinando Fuga (1699-1782), architetto molto attivo a Roma in quegli anni. L’ambiente è dilatato dalle volumetrie sinuose delle pareti, che ospitano diverse cappelle e balconate nobiliari. La cripta-ossario è un affastellamento di lapidi e ossa umane. Anche le acquasantiere sono a forma di scheletro e i portali sono contornati da teschi.
S. Maria dell’Orazione e Morte non è la sola chiesa di Roma ad avere legami con il tema della morte. C’è anche S. Maria della Concezione, chiesa cappuccina, in zona via Veneto, costruita nel 1626 su commissione del card. Antonio Barberini (1569-1646), fratello di Papa Urbano VIII (1623-44). Il cardinale vi è sepolto sotto una lapide molto secca, che in latino recita Qui giace solo polvere, cenere e nient’altro. La cripta di S. Maria della Concezione è molto più vasta di quella di S. Maria dell’Orazione e Morte: vi si conservano soprattutto scheletri di frati e salme dei Barberini. Con le ossa si decorano anche le pareti componendo dei disegni macabri.
Molti pensano che Milano, con la sua severità architettonica e il razionalismo mercantile, sia la città meno propensa a certe “fantasie”. Invece vi incontriamo il santuario di S. Bernardino alle Ossa, detto così perché la cappella dell’Addolorata è letteralmente ricoperta di teschi umani. Anche nel caso di S. Bernardino si tratta di un cimitero, le cui salme sono state esumate. Nel 1931, ai piedi del presbiterio, si scoprì anche una cripta piena di sepolture della Confraternita dei Disciplini: esse erano disposte come se stessero ancora celebrando le Ore canoniche nel coro. I corpi erano quindi posti in posizione verticale, con il cappuccio a celarne i volti. Paradossalmente (ma a pensarci bene, neanche troppo), proprio in questa chiesa, il 23 dicembre 1950, fu ordinato sacerdote il card. Giacomo Biffi (1928-2015), noto per il suo senso dell’umorismo.
Dopo questa breve panoramica, possiamo indicare due fili conduttori. Il primo è che c’è sempre un legame con confraternite e ordini religiosi che guardano al voto di povertà come ad un necessario memento mori. Il secondo è che le chiese-ossario sono sempre intitolate alla Madonna: i fedeli dell’epoca credevano fermamente che Maria è la nostra Avvocata presso il Giudice divino.
Oggi chiese ricoperte di ossa potrebbero attrarre per un certo gusto del macabro, ma l’obbiettivo originario non era suscitare disgusto o solleticare gli appassionati di horror: le ossa intrecciate fino a formare festoni vogliono comunicare la lieta certezza della risurrezione dei morti in Cristo.
Sabato, 9 novembre 2024