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“Islamici e indù in gara per massacrare i cristiani”

15 Ottobre 2017 - Autore: Marco Respinti

Nel 2016 uccisi nel mondo 90mila fedeli cattolici, protestanti e ortodossi. Tredici Paesi nella lista nera del Vaticano

Impiccati o crocifissi, ammazzati per strada come bestie oppure bruciati vivi. Alcuni spariscono nel nulla, altri vengono violentati. Dall’inizio degli anni Duemila ne sono stati ammazzati in media 100-105mila l’anno, in pratica uno ogni cinque minuti. Questo stando alle stime operate dagli istituti di rilevamento più prudenti. Perché altri dicono invece che la cifra media oscilla fra le 130mila e le 160mila persone l’anno, numero (il secondo) peraltro sicuramente raggiunta attorno alla metà del primo decennio del nuovo millennio. Nel 2016 i morti sono stati 90mila, e più di mezzo miliardo i vivi conculcati nelle libertà primarie. Per il 2017 bisognerà attendere la fine dell’anno, ma l’andazzo è già perfettamente in linea con queste cifre incredibili. È il ritmo greve dell’odio contro i cristiani, che restano la comunità umana più perseguitata, più indifesa e in troppi luoghi del mondo letteralmente in via di estinzione.

A dare l’allarme è anche quest’anno la Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), che da tempo monitora la situazione e che puntualmente pubblica la fotografia aggiornata della cristianofobia mondiale, Perseguitati e dimenticati. Rapporto sui Cristiani oppressi in ragione della loro fede tra il 2015 e il 2017, il dossier presentato ieri a Milano nel Palazzo della Regione Lombardia dal Patriarca della Chiesa copto-cattolica in Egitto, Ibrahim Isaac Sidrak, dal presidente e dal direttore di ACS-Italia, Alfredo Mantovano e Alessandro Monteduro, dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, dell’assessore alle Culture, Identità e Autonomie, Cristina Cappellini.

I NEMICI PRINCIPALI

I nemici principali dei cristiani nel mondo sono il fondamentalismo (anzitutto quello islamico), il nazionalismo religioso (per esempio quello induista secondo cui nessun indiano può non essere indù) e il totalitarismo che in diversi luoghi del mondo resiste e forse persino prospera.

I Paesi analizzati sono 13: Arabia Saudita, Cina, Corea del Nord, Egitto, Eritrea, India, Iran, Iraq, Nigeria, Pakistan, Siria, Sudan e Turchia. Sono quelli oggi più rappresentativi di un problema del tutto più vasto. Tranne l’Arabia Saudita e la Corea del Nord, dove la situazione resta invariata, cioè sempre grave, gli altri 11 Paesi sono peggiorati rispetto al biennio 2013-2015, che già aveva fatto registrare peggioramenti rispetto agli anni precedenti. Lì la libertà dei cristiani si è cioè ridotta più di quanto già fosse risicata e la persecuzione si è fatta sensibilmente più dura.

GENOCIDI NEGATI

Le atrocità commesse dall’Isis spiccano per efferatezza e spettacolarità, ma a quel che accade quotidianamente in Siria e Iraq si aggiunge l’Egitto dei tre attentati di quest’anno: la strage durante la Messa della Domenica della Palme a Tanta, quella ad Alessandria e l’attacco suicida a un autobus di pellegrini a Minya.

A fronte delle azioni del califfato nero, che nell’area resta il problema numero uno, dalla primavera 2016 si è mossa la campagna internazionale per il riconoscimento del genocidio dei cristiani (e degli yazidi); qualche risultato è stato ottenuto, ma poi la vicenda si è arenata per la mancanza di volontà politica dei governi occidentali a tirare le conseguenze, dispiegando cioè sul campo i mezzi necessari a fermare la mattanza.

Altro genocidio oramai pressoché dimenticato è quello che decima i cristiani in Nigeria per mano degli islamisti di Boko Haram, ma pure di pastori estremisti dell’etnia fulani.

In India il carnefice principale è il Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito nazionalista indù del primo ministro Narendra Modi. Poco distante c’è il Pakistan, un caso senza speranza: ufficialmente è un Paese amico dell’Occidente, dunque in tesi «liberale», e invece la famosa legge conto la blasfemia (nei confronti dell’islam), quella che tiene in carcere dal 2009 Asia Bibi, innocente ma condannata a morte, fa il bello e il cattivo tempo.

Quanto alla Cina, il regime diversamente ma non meno comunista di oggi non ha mai smesso di ostacolare in tutti i modi la fede, persino arrestando vescovi e rapendo sacerdoti, addirittura abbattendo chiese con i trattori.

L’ODIO COMUNISTA

E in Corea del Nord, ma anche in Eritrea, la guerra dei governi contro il cristianesimo è totale. «I cristiani sono dei maiali. Non meritate di vivere». Lo ha detto un miliziano islamista di al Nusra al cristiano Elia Gargous, rapito in Siria. Non è un insulto occasionale, è la bandiera di un livore che magari fosse cieco: è fin troppo organizzato.

Marco Respinti

Da Libero del 14/10/2017. Foto da articolo

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