Jean Dumont: elementi bio-bibliografici
Jean Dumont è nato a Lione nel 1923. Si è laureato prima in storia e filosofia e poi in giurisprudenza, rispettivamente a Lione e a Parigi. Insieme a Régine Pernoud e a Philippe Ariès incarna la scelta – tipicamente francese – di svolgere la professione di storico al di fuori delle università, a contatto diretto e spesso itinerante con gli archivi. Da oltre quarant’anni in qualità di direttore editoriale ha curato collane storiche presso importanti editori francesi, da Grasset al Club des Amis du Livre, da François Beauval a Famot. In questa veste ha pubblicato – ma spesso anche ideato, commissionato, rivisto, annotato – oltre mille opere storiche, diventando un punto di riferimento imprescindibile per tre generazioni di cultori francesi della materia. Infaticabile ricercatore di inediti, ha ritrovato fra l’altro il salterio di Anna Bolena – un documento cruciale per la storia della Riforma – e gli archivi delle famiglie spagnole Valdés e Cervantes. A fronte di questa enorme mole di attività è diventata quasi un hobby la traduzione di opere straniere, dove Jean Dumont si è fatto notare come divulgatore della letteratura italiana, volgendo nella sua lingua, fra le altre, opere di Corrado Alvaro e di Massimo Bontempelli.
Maestro capace di suscitare e di organizzare intorno a sé il lavoro degli storici, Jean Dumont è anche uno storico di fama mondiale per le sue ricerche sulla vita religiosa soprattutto dei secoli dal Cinquecento al Settecento in Spagna, nelle colonie spagnole e in Francia. Particolarmente noti e autorevoli sono i suoi lavori sulla Inquisizione spagnola, in parte raccolti nel volume Procès contradictoire de l’Inquisition espagnole (Famot, Ginevra 1983). Convinto della necessità di diffondere capillarmente la cultura storica e di sfatare i luoghi comuni propagati dalle ideologie, Jean Dumont ha raggiunto il grande pubblico con due best-seller: L’Eglise au risque de l’histoire (Criterion, Limoges 1982), una rassegna di «miti» sulla storia della Chiesa, e La Révolution française où les prodiges du sacrilège (Criterion, Limoges 1984). Quest’ultima opera – recensita da molti settimanali e quotidiani di lingua francese in vari paesi – è stata riassunta e commentata per la prima volta in Italia in un saggio di Massimo Introvigne (La Rivoluzione francese: verso una interpretazione teologica?, in Quaderni di «Cristianità», anno I, n. 2, estate 1985, pp. 3-25) e, fra altri riconoscimenti, è valso a Jean Dumont il singolare privilegio di essere chiamato a collaborare come consulente – lui, critico spietato della Rivoluzione – con il comitato costituito a Parigi dal sindaco Jacques Chirac per preparare le manifestazioni culturali che ricorderanno nel 1989 il secondo centenario della presa della Bastiglia.