Di Leone Grotti da Tempi del 19/04/2021
I jet comunisti sorvolano Taiwan
Il 12 aprile 25 jet cinesi hanno sorvolato illegalmente lo spazio aereo di Taiwan. Il precedente record, sottolinea il governo dell’isola, risaliva al mese precedente, quando il 26 marzo 20 aerei hanno sorvolato Taiwan. Song Zhongping, esperto militare cinese, ha dichiarato all’organo di informazione di regime che gli aerei da guerra potrebbero colpire allo stesso tempo la contraerea di Taiwan, obiettivi a terra e navi di «paesi stranieri».
Le esercitazioni, così come la comunicazione bellicosa, è un’esplicita risposta alla decisione del 10 aprile degli Stati Uniti di rafforzare ulteriormente i legami diplomatici e militari con Taiwan in chiave anticinese. «Le esercitazioni servano da avvertimento ai secessionisti di Taiwan e agli Stati Uniti dopo che i due hanno fatto una serie di provocazioni», continuava l’articolo del Global Times, in riferimento anche ai continui passaggi delle navi da guerra americane nello Stretto di Formosa e attorno alle isole contese del Mar cinese.
Il precedente di Hong Kong
La Cina considera Taiwan una provincia traditrice e non si stanca di ripetere che presto o tardi la riprenderà con la forza. Negli ultimi anni il regime comunista ha alzato i toni ed elevato il livello delle sue minacce. A preoccupare l’isola è soprattutto però il precedente rappresentato da Hong Kong.
In base al trattato internazionale firmato dalla Cina con il Regno Unito, l’ex colonia sarebbe dovuta rimanere autonoma fino al 2047. Invece, davanti all’aumentare delle richieste democratiche da parte della popolazione, con un improvviso colpo di mano Pechino ha cancellato il modello “Un paese, due sistemi”. Le principali libertà civili di Hong Kong sono state annullate nel giro di un anno, con l’imposizione incostituzionale all’isola della legge sulla sicurezza nazionale.
Xi Jinping presidente a vita
C’è chi ritiene che il “presidente di tutto” Xi Jinping abbia accelerato la presa di Hong Kong per festeggiare al meglio il prossimo 21 luglio i 100 anni del Partito comunista cinese. Il secondo mandato alla guida del Partito da parte del leader di 67 anni scade nel novembre 2022. In teoria, Xi dovrebbe passare il potere al suo successore sia alla guida del Partito che alla presidenza del paese. Ma con una serie di iniziative inedite e modifiche costituzionali, in aperto contrasto con la tradizione della “leadership collettiva” in vigore a partire dalla morte di Mao Zedong nel 1976, Xi ha preparato la strada per rimanere al potere a vita e nessuno sa che cosa accadrà al XX Congresso del prossimo anno.
Gli Stati Uniti difendono Taiwan
Secondo gli analisti è possibile che Xi voglia accelerare, dopo Hong Kong, anche la riconquista di Taiwan. La riunificazione della Cina sarebbe la ciliegina sulla torta per festeggiare il centenario della Repubblica popolare, nata nel 1949. Xi potrebbe non arrivare al fatidico anniversario (avrebbe 96 anni), ecco perché secondo molti non vuole aspettare troppo e ritardare l’invasione. L’unico ostacolo che si frappone fra Pechino e Taipei sono gli Stati Uniti, che fino ad oggi hanno sempre mantenuto una politica ambigua, senza dichiarare esplicitamente se in caso di aggressione si spenderebbero concretamente per la difesa di Taiwan o meno.
Per ora la Cina ha preferito aspettare, aggiornando e migliorando costantemente il suo arsenale bellico. Ma negli ultimi mesi ha alzato l’asticella delle minacce. Durante le esercitazioni di lunedì, i jet dell’Esercito di liberazione popolare avrebbero simulato un attacco alla portaerei americana Theodore Roosevelt, che pattugliava l’area. Potrebbe essere solo l’inizio.