Mettersi a servizio, anche quando si risponde con il rifiuto, come ha sempre fatto suor Luisa Dell’Orto, uccisa ad Haiti
di Michele Brambilla
Introducendo l’Angelus del 26 giugno, Papa Francesco invita a scrutare la pagina di Vangelo del giorno, che «dice così: “Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme” (Lc 9,51). Così inizia il “grande viaggio” verso la città santa, che richiede una speciale decisione perché è l’ultimo». E mentre Cristo si avvia risolutamente verso la Passione, incontra il niet altrettanto risoluto di un villaggio di samaritani. «Gli apostoli Giacomo e Giovanni, sdegnati» perché i samaritani rifiutano il Messia e perché sono ancora convinti che Egli debba farsi valere con la forza, «suggeriscono a Gesù di punire quella gente facendo scendere un fuoco dal cielo. Gesù non soltanto non accetta la proposta, ma rimprovera i due fratelli. Essi vogliono coinvolgerlo nel loro desiderio di vendetta e Lui non ci sta (cfr vv. 52-55). Il “fuoco” che Lui è venuto a portare sulla terra è un altro, (cfr Lc 12,49) è l’Amore misericordioso del Padre», che si manifesterà pienamente proprio sul Golgota, «e per far crescere questo fuoco ci vuole pazienza, ci vuole costanza, ci vuole spirito penitenziale».
Tante volte i discepoli vorrebbero che la potenza di Dio si manifestasse hic et nunc in maniera spettacolare, come nell’Antico Testamento. «E questo capita anche a noi, quando, pur facendo del bene, magari con sacrificio, anziché accoglienza troviamo una porta chiusa. Viene allora la rabbia: tentiamo perfino di coinvolgere Dio stesso, minacciando castighi celesti» perché ci sembra illogico che il bene non venga riconosciuto e “premiato”. Il Papa, allora, ricorda che «Gesù invece percorre un’altra via, non la via della rabbia, ma quella della ferma decisione di andare avanti, che, lungi dal tradursi in durezza, implica calma, pazienza, longanimità, senza tuttavia minimamente allentare l’impegno nel fare il bene», che si fa strada da solo e trionfa con la costanza del rigagnolo d’acqua, che lentamente scava la montagna senza devastarla. Il Pontefice ammonisce: «dobbiamo fare il bene per il servizio e non cercare gli applausi. A volte pensiamo che il nostro fervore sia dovuto al senso di giustizia per una buona causa, ma in realtà il più delle volte non è altro che orgoglio, unito a debolezza, suscettibilità e impazienza».
Il Santo Padre porta, in proposito, l’esempio di suor Luisa Dell’Orto, delle Piccole sorelle del Vangelo di san Charles de Foucault, assassinata giusto poche ore prima ad Haiti. «Suor Luisa ha fatto della sua vita un dono per gli altri fino al martirio» e il seme, a ben vedere, ha già portato frutto, anche se esso sembra apparentemente sconfitto dall’incomprensione altrui, perché il suo esempio positivo non sarà certo dimenticato. Si è radicato sicuramente in tutti i bambini che sono passati, in questi anni, per il centro edificato a Port-au-Prince dalla consacrata lecchese, nativa di Lomagna, un paese dell’arcidiocesi di Milano.
Francesco augura la medesima costanza a tutti coloro che si prodigano affinché ritorni la pace in Europa orientale senza usare i cannoni: «lì, in Ucraina, continuano i bombardamenti, che causano morti, distruzione e sofferenze per la popolazione. Per favore, non dimentichiamo questo popolo afflitto dalla guerra. Non dimentichiamolo nel cuore e con le nostre preghiere». Il Papa cita anche i disordini in Ecuador.
Lunedì, 27 giugno 2022