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La giustizia di san Giuseppe

2 Dicembre 2021 - Autore: Michele Brambilla

La Legge mosaica, il reale e il Mistero presente in Maria

di Michele Brambilla

Accogliendo i presenti all’udienza generale del 1 dicembre, Papa Francesco spiega che «oggi vorrei approfondire il suo essere “giusto” e “promesso sposo di Maria”, e dare così un messaggio a tutti i fidanzati, anche ai novelli sposi», precisando che «molte vicende legate a Giuseppe popolano i racconti dei vangeli apocrifi, cioè non canonici, che hanno influenzato anche l’arte e diversi luoghi di culto».

Il canonicissimo Matteo definisce Giuseppe “giusto”: «Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto» (Mt 1,18-19). «Per comprendere il comportamento di Giuseppe nei confronti di Maria, è utile ricordare le usanze matrimoniali dell’antico Israele. Il matrimonio comprendeva due fasi ben definite. La prima era come un fidanzamento ufficiale, che comportava già una situazione nuova: in particolare la donna, pur continuando a vivere nella casa paterna ancora per un anno, era considerata di fatto “moglie” del promesso sposo» prima che questi venisse fisicamente a prenderla, come si usava anche presso i Romani. Lo Spirito Santo, però, aveva fatto sì che la promessa sposa in questione rimanesse incinta di un bambino, Gesù, proprio nella fase più delicata del fidanzamento.

La Torah imponeva, in questi casi, il ripudio immediato della ragazza, che veniva condannata alla lapidazione. «Il Vangelo dice che Giuseppe era “giusto” proprio perché sottomesso alla legge come ogni uomo pio israelita. Ma dentro di lui l’amore per Maria e la fiducia che ha in lei gli suggeriscono un modo che salvi l’osservanza della legge e l’onore della sposa: decide di darle l’atto di ripudio in segreto, senza clamore, senza sottoporla all’umiliazione pubblica», cosa, denuncia il Pontefice, molto differente dal pettegolezzo massmediatico dei nostri tempi. Dirimente l’intervento di un altro angelo, apparso proprio a Giuseppe, che rassicura il futuro padre adottivo del Messia sulla doppia natura (umano-divina) del Nascituro. «E quanto è importante per ciascuno di noi coltivare una vita giusta e allo stesso tempo sentirci sempre bisognosi dell’aiuto di Dio! Per poter allargare i nostri orizzonti», osserva il Papa, «e considerare le circostanze della vita da un punto di vista diverso, più ampio». Tante volte, constata, l’uomo si sente prigioniero dei suoi ricordi più brutti, che offuscano le luci, che sono maggiori: bisogna sempre fidarsi della Provvidenza.

In proposito, «vorrei che ci fermassimo a riflettere su un dettaglio di questa storia narrata dal Vangelo e che molto spesso trascuriamo. Maria e Giuseppe sono due fidanzati che probabilmente hanno coltivato dei sogni e delle aspettative rispetto alla loro vita e al loro futuro», ma poi si sono adeguati al disegno di Dio. «Cari fratelli e care sorelle, molto spesso la nostra vita non è come ce la immaginiamo. Soprattutto nei rapporti di amore, di affetto, facciamo fatica a passare dalla logica dell’innamoramento a quella dell’amore maturo», specie in un’epoca in cui si esalta il sentimentalismo: «l’amore di una coppia va avanti nella vita e matura ogni giorno. L’amore del fidanzamento è un po’ – permettetemi la parola –, un po’ romantico. Voi lo avete vissuto tutto, ma poi comincia l’amore maturo, di tutti i giorni, il lavoro, i bambini che arrivano. E alle volte quel romanticismo sparisce un po’». La fedeltà promessa il giorno delle nozze, però, vale soprattutto nei momenti difficili, quando la realtà richiede un impegno maggiore. Francesco esorta, con immagini usate più volte (dal “lancio dei piatti” alla “guerra fredda del giorno dopo”), a chiarirsi senza creare traumi. I litigi capitano, ma l’importante è riconciliarsi ogni sera. Ai coniugi cattolici il Santo Padre porge, allora, un’altra preghiera di sua composizione:

«San Giuseppe,
tu che hai amato Maria con libertà,
e hai scelto di rinunciare al tuo immaginario per fare spazio alla realtà,
aiuta ognuno di noi a lasciarci sorprendere da Dio
e ad accogliere la vita non come un imprevisto da cui difendersi,
ma come un mistero che nasconde il segreto della vera gioia.
Ottieni a tutti i fidanzati cristiani la gioia e la radicalità,
conservando però sempre la consapevolezza
che solo la misericordia e il perdono rendono possibile l’amore. Amen»

Giovedì, 2 dicembre 2021

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