La Madonna, «piena di grazia», e le gioie dell’apostolato
di Michele Brambilla
Dopo essersi recato privatamente, all’alba, presso la Colonna dell’Immacolata in Roma, a mezzogiorno dell’8 dicembre Papa Francesco introduce l’Angelus osservando che «il Vangelo della liturgia di oggi, Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, ci fa entrare nella sua casa di Nazaret, dove riceve l’annuncio dell’angelo (cfr Lc 1,26-38)».
Il Papa rimarca questo entrare nell’intimità di Maria: «tra le mura di casa una persona si rivela meglio che altrove. E proprio in quella intimità domestica il Vangelo ci dona un particolare, che rivela la bellezza del cuore di Maria», dato che «l’angelo la chiama “piena di grazia”. Se è piena di grazia, vuol dire che la Madonna è vuota di male, è senza peccato, Immacolata. Ora, a questo saluto Maria – dice il testo – rimane “molto turbata” (Lc 1,29). Non è solo sorpresa, ma turbata», sottolinea il Pontefice, perché «ricevere grandi saluti, onori e complimenti a volte rischia di suscitare vanto e presunzione. Ricordiamo che Gesù non è tenero con chi va alla ricerca dei saluti nelle piazze, dell’adulazione, della visibilità (cfr Lc 20,46)».
Sentimenti molto lontani dall’Immacolata: «Maria invece non si esalta, ma si turba; anziché provare piacere, prova stupore. Il saluto dell’angelo le sembra più grande di lei. Perché? Perché si sente piccola dentro, e questa piccolezza, questa umiltà attira lo sguardo di Dio», è il segno distintivo di quella pienezza di grazia che non indulge all’orgoglio. Così, «ricevuto il più alto dei complimenti, si turba perché sente rivolto a sé quanto non attribuiva a sé stessa. Maria, infatti, non si attribuisce prerogative, non rivendica qualcosa, non ascrive nulla a suo merito. Non si autocompiace, non si esalta. Perché nella sua umiltà sa di ricevere tutto da Dio. È dunque libera da sé stessa, tutta rivolta a Dio e agli altri. Maria Immacolata non ha occhi per sé. Ecco l’umiltà vera: non avere occhi per sé, ma per Dio e per gli altri».
Il Papa evidenzia anche il fatto che l’Annunciazione non avvenga sulla pubblica piazza, «perché ci dice che il Signore, per compiere meraviglie, non ha bisogno di grandi mezzi e delle nostre capacità eccelse, ma della nostra umiltà, del nostro sguardo aperto a Lui e anche aperto agli altri. Con quell’annuncio, tra le povere mura di una piccola casa, Dio ha cambiato la storia. Anche oggi desidera fare grandi cose con noi nella quotidianità: cioè in famiglia, al lavoro, negli ambienti di ogni giorno».
La Piena di Grazia ci sostiene, quindi, nel nostro apostolato quotidiano, che può essere anch’esso molto fruttuoso. Il Santo Padre è reduce dal viaggio a Cipro e in Grecia. Riassumendo le tappe del suo itinerario apostolico e degli incontri che ha fatto lungo il cammino, il Papa riconosce la presenza, discreta e come sempre determinante, dello Spirito: «affido alla Santa Madre di Dio i tanti semi di incontro e di speranza che il Signore ha sparso in questo pellegrinaggio. Vi chiedo di continuare a pregare perché germoglino nella pazienza e fioriscano nella fiducia».
«Oggi», ricorda, «si conclude l’Anno dedicato a San Giuseppe, Patrono della Chiesa universale. E dopodomani, 10 dicembre, si chiuderà a Loreto il Giubileo Lauretano. Che la grazia di questi eventi continui a operare nella vita nostra e delle nostre comunità. La Vergine Maria e San Giuseppe ci guidino nel cammino della santità».
Giovedì, 9 dicembre 2021