Nota del 22 dicembre 2018
A distanza di 38 anni questo articolo non ha perso la sua tragica attualità. Lo riproponiamo invitando i lettori del sito www.alleanzacattolica.org di consultare i vecchi numeri della rivista Cristianità da cui questo contributo è tratto.
Miguel Poradowski, Cristianità n. 59 (1980)
Una espressione della “teologia della liberazione”
La mariologia marxista di Leonardo Boff
Purtroppo molta gente non si rende ancora conto del punto fino al quale il marxismo è penetrato nella Chiesa e continua ad avvelenare non solamente la stessa convivenza tra i cristiani – opponendoli gli uni agli altri, per introdurre, all’interno della comunità cristiana, la lotta di classe e inoculando l’odio -, ma anche pervertendo il pensiero cristiano ed elaborando una vera antiteologia, ogni giorno più vasta e completa.
Mentre si preparava la Terza Conferenza Generale dell’Episcopato Latino-Americano (CELAM) a Puebla, in Messico, nel corso del 1978, apparvero centinaia di lavori, con pretese teologiche, presentati come «contributi a Puebla» e che costituiscono una nuova e spaventosa manifestazione del marxismo nella Chiesa dell’America Latina.
Accanto alla tristemente nota «cristologia marxista», così opportunamente demistificata da Papa Giovanni Paolo II nella prima parte del suo magnifico discorso inaugurale della Conferenza di Puebla (1), adesso abbiamo anche la non meno sovversiva «mariologia marxista», della quale costituisce esempio illuminante il lavoro di Leonardo Boff (2), uno dei principali elaboratori della «teologia marxista della liberazione» (3).
Si tratta di un saggio minuscolo, ma molto velenoso, pubblicato come un «contributo a Puebla». A quanto pare, l’autore presenta questa «mariologia marxista» come un corollario indispensabile della sua «cristologia marxista» (4), all’interno della sua marxistoide «teologia della liberazione».
La devozione alla Vergine santissima e il culto mariano sono le caratteristiche di maggiore rilievo della religiosità dell’America Latina. Non ci si deve, quindi, assolutamente meravigliare se i marxisti, sempre così attenti e sensibili a quanto accade nella Chiesa, nello sforzo di servirsi di ciò che possa essere loro utile per i fini della rivoluzione, vogliano strumentalizzare anche il culto mariano.
Una nuova casa editrice marxista, la Indo-American Press Service, con sede a Bogotà, in Colombia, in occasione della Conferenza di Puebla, nel corso del 1978, ha pubblicato quasi un centinaio di libri, di opuscoli e di volumetti, all’insegna di «attorno a Puebla» (5); e all’interno di questa pioggia di propaganda religiosa marxista è uscita anche la infame «mariologia marxista» del frate francescano brasiliano Leonardo Boff.
Questo saggio – come tutto quanto ciò che scrive Leonardo Boff – deriva dalla falsa premessa secondo cui il continente latino-americano vive in una «condizione di cattività e di oppressione» (6), e perciò, più che in qualsiasi altra parte del mondo, «la immagine di Maria, profetessa e liberatrice, emerge dalla lettura teologica fatta nel sottofondo della nostra situazione» (7). Manipolando consapevolmente la teologia e il culto mariano a favore della rivoluzione marxista, l’autore osa scrivere che la devozione mariana, durante tutta la storia della Chiesa, non è stata altro che «strumentalizzazione del cristianesimo» per opera della borghesia (8). E, prima di esporre la sua «mariologia marxista», presentando la Vergine santissima come modello della moderna donna rivoluzionaria, ridicolizza e distrugge i duemila anni della devozione mariana della Chiesa.
Secondo la sua «mariologia marxista» non esiste nessuno dei dogmi mariani tradizionali della fede cristiana. Nella sua «mariologia», la santissima Madre di Cristo è spogliata non solo di tutti i titoli tradizionali – che per ogni cristiano esprimono la profondità dei dogmi, come quello di Theotokos o Madre di Dio, quello di Immacolata Concezione (concepita senza la macchia del peccato originale), quello di Assunta (levata in cielo in corpo e anima), quello di Vergine santissima (prima e dopo il parto di Cristo), ecc. – ma rifiuta anche tutte le virtù naturali e soprannaturali, delle quali, per i cristiani, la santissima Vergine è modello.
Analizzando – con il metodo marxista – il Magnificat, Leonardo Boff pretende di scoprire in esso l’unica «virtù» marxista di Maria, cioè quella di essere rivoluzionaria, di essere modello di donna ribelle.
Secondo Leonardo Boff, la santissima Vergine vive in stato di oppressione perché è… vergine. «La verginità – scrive Leonardo Boff – equivaleva per il giudaismo alla sterilità» (9), e da questo l’autore deduce che è uno stato di oppressione. Ognuno dei suoi ragionamenti si situa nello schema della logica marxista, cioè all’interno della lotta degli opposti, oppressione-liberazione. In qualche modo, quindi, doveva cercare e trovare, per il caso della santissima Vergine, qualche situazione di oppressione e, allo scopo, non ha avuto altra possibilità che quella di identificare lo stato di verginità con lo stato di oppressione (10).
Non gli bastava, tuttavia, spogliare la santissima Vergine del carattere di virtù della sua verginità. Perché il suo ragionamento marxista avesse maggiore forza, doveva presentare la santissima Vergine anche come «oppressa» per il fatto di essere… umile. Apprendiamo, quindi, inoltre, dal dotto teologo marxista, che anche la umiltà è uno stato di oppressione (11).
Ogni problematica religiosa e spirituale del Magnificat e il ruolo della Vergine santissima nella redenzione della umanità sono ridotte da Leonardo Boff esclusivamente a un problema socio-politico. Con soddisfazione mette in risalto la preoccupazione della santissima Vergine nel «rovesciare dal trono i potenti» (12). In tale contesto la santissima Vergine appare facilmente come modello di donna rivoluzionaria.
Secondo l’autore, la teologia tradizionale e «la spiritualizzazione che è stata fatta del Magnificat negli schemi di una spiritualità privatizzante e intimistica, finirono per svuotarlo di ogni contenuto liberatore e sovversivo in rapporto all’ordine di questo mondo decadente, presente in forma inequivocabile nell’inno della Vergine» (13).
Inoltre, Leonardo Boff si dichiara monista: «La dicotomia – scrive – tra materia e spirito, che ha prodotto tanti mali nel cristianesimo, è estranea allo spirito biblico» (14).
Per dare maggiore risalto alle sue affermazioni invoca l’autorità del… fratello protestante Max Thurian, citando dal suo libro Maria madre del Signore immagine della Chiesa, la frase seguente: «Giustizia politica e sociale, eguaglianza dei diritti e comunione dei beni, sono segni della misericordia del Re-Messia, cantati da colei che è sua madre e sua serva. Così il Vangelo della salvezza eterna diventa anche il Vangelo della liberazione umana. Maria, prima cristiana, è anche la prima rivoluzionaria, nell’ordine nuovo» (15).
Leonardo Boff chiarisce ancora che cosa intende con la espressione «Maria, la prima rivoluzionaria». Dice in proposito: «è una donna impegnata e che di conseguenza prende posizione».
In un’altra parte dice: «La lettura delle divine Scritture, fatta sotto l’influsso dello Spirito Santo e avendo presenti le acquisizioni delle scienze umane e delle diverse situazioni del mondo contemporaneo, porterà a scoprire che Maria può essere molto bene assunta come modello in ciò a cui anelano gli uomini del nostro tempo. Così, per fare qualche esempio: […] verifichiamo, con gradita sorpresa, che Maria di Nazareth, benché si abbandoni assolutamente alla volontà del Signore, lungi dall’essere una donna passivamente sottomessa o di una religiosità alienante, fu piuttosto una donna che non dubitò di affermare che Dio è il vendicatore degli umili e degli oppressi e rovescia dal loro trono i potenti del mondo» (16).
Così, il Magnificat e il culto mariano, ricordati in occasione della riunione di Puebla, dovrebbero servire alla rivoluzione marxista!
Non varrebbe la pena di segnalare né di commentare questo tipo di saggi politico-religiosi, pieni di stupidità, bestemmie e sacrilegi, se non si trattasse di uno dei lavori presentati come «teologici», in occasione della Conferenza di Puebla, compreso, con «le dovute licenze», in un libro di diversi autori, tutti di tendenza marxista, intitolato Evangelización en América Latina en torno a Puebla, tra le pubblicazioni ufficiali del CLAR, la Confederación Latinoamericana de Religiosos, dipendente dalla CELAM, la Conferencia Episcopal Latinoamericana, della quale è autore un «teologo», che attualmente è uno dei più influenti sull’episcopato del Brasile, che è direttore della principale rivista teologica di questo paese, la Revista Eclesiastica Brasileira, e che ha avuto una rilevante azione (marxistoide) alla Conferenza di Puebla.
Dio e la santissima Vergine di Guadalupe ci liberino da questo genere di «evangelizzazione»!
Miguel Poradowski
Note:
(1) Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Discorso alla Terza Conferenza Generale dell’Episcopato Latino-Americano, del 28-1-1979, in L’Osservatore Romano, 29/30-1-1979.
(2) Cfr. LEONARDO BOFF O. F. M., María, mujer profética y libertadora. La piedad mariana en la teologia de la liberación, in AA. VV., Evangelización en América Latina, Collana «en torno a Puebla», n. 37, CLAR, Bogotá 1978.
(3) Cfr. MIGUEL PORADOWSKI, Las teologías latinoamericanas de la liberación, in Verbo, n. 169-170, novembre-dicembre 1978.
(4) Cfr. L. BOFF O. F. M., Jesús Cristo Liberador, Vozes, Petrópolis 1972.
(5) Un’altra editrice marxistoide, il Centro de Reflexión Teológica, A. C., con sede in Messico, ha pubblicato anch’essa, nella stessa occasione, una decina di volumetti all’insegna di «contributi» a Puebla.
(6) L. BOFF O. F. M., María, mujer profética y libertadora. La piedad mariana en la teologia de la liberación, in AA. VV., Evangelización en América Latina, cit., p. 29.
(7) Ibidem.
(8) Ibid., p. 30.
(9) Ibid., p. 35.
(10) In questo si vede che Leonardo Boff è un fedele discepolo non soltanto di Marx, ma anche di Reich, l’ossesso dal pansessualismo.
(11) L. BOFF O. F. M., op. cit., p. 36. Questo spiega perché attualmente tanti frati marxistoidi non vogliono saperne né della umiltà, né del celibato.
(12) Ibid., p. 38.
(13) Ibid., p. 40.
(14) Ibidem.
(15) MAX THURIAN, Maria madre del Signore immagine della Chiesa, trad. it., 2ª ed., Morcelliana, Brescia 1965, p. 109.
(16) L. Boff O. F. M., op. cit., p. 32.