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La preghiera è come l’ossigeno

12 Novembre 2020 - Autore: Michele Brambilla

La preghiera, dice il Papa, non è un orpello e non deve venire meno nei momenti tristi, perché Gesù continua ad esercitare il Suo sacerdozio a nostro favore.


di Michele Brambilla

L’udienza generale del’11 novembre vede lo stesso Papa Francesco annunciare che «ieri è stato pubblicato il Rapporto sul doloroso caso dell’ex-cardinale Theodore McCarrick. Rinnovo la mia vicinanza alle vittime di ogni abuso e l’impegno della Chiesa per sradicare questo male». Un modo per evitare il ripetersi di simili vicende è adottare il consiglio che il Pontefice rivolge, citando un suo santo predecessore, ai cattolici polacchi: «essere veramente liberi non significa affatto fare tutto ciò che mi piace, o ciò che ho voglia di fare. […] Essere veramente liberi significa usare la propria libertà per ciò che è un vero bene».

La preghiera è sicuramente un antidoto al peccato. Il Papa rivela che «qualcuno mi ha detto: “Lei parla troppo sulla preghiera. Non è necessario”. Sì, è necessario. Perché se noi non preghiamo, non avremo la forza per andare avanti nella vita. La preghiera è», infatti, «come l’ossigeno della vita»: senza di essa l’anima inaridisce e muore eternamente. Francesco ribadisce che «la preghiera è attirare su di noi la presenza dello Spirito Santo che ci porta sempre avanti. Per questo, io parlo tanto sulla preghiera».

«La preghiera», prosegue, «dev’essere anzitutto tenace: come il personaggio della parabola che, dovendo accogliere un ospite arrivato all’improvviso, in piena notte va a bussare da un amico e gli chiede del pane. L’amico risponde “no!”, perché è già a letto, ma lui insiste e insiste finché non lo costringe ad alzarsi e a dargli il pane (cfr Lc 11,5-8)» di cui ha bisogno. Il Pontefice fa riferimento anche ad una seconda parabola: «la seconda parabola è quella della vedova che si rivolge al giudice perché l’aiuti a ottenere giustizia. Questo giudice è corrotto, è un uomo senza scrupoli, ma alla fine, esasperato dall’insistenza della vedova, si decide ad accontentarla (cfr Lc 18,1-8)». Dio non è né un amico scocciato, né un giudice corrotto, ma «questa parabola ci fa capire che la fede non è lo slancio di un momento, ma una disposizione coraggiosa a invocare Dio, anche a “discutere” con Lui, senza rassegnarsi davanti al male e all’ingiustizia», che sembrano contraddire l’esistenza di una divinità provvidente. Quella del male è solo una vittoria apparente, perché Dio ascolta con attenzione ed esaudisce la preghiera dell’umile (Lc 18,9-14).

«L’insegnamento del Vangelo è chiaro: si deve pregare sempre, anche quando tutto sembra vano, quando Dio ci appare sordo e muto e ci pare di perdere tempo. Anche se il cielo si offusca, il cristiano non smette di pregare», perché «la sua orazione va di pari passo con la fede. E la fede, in tanti giorni della nostra vita, può sembrare un’illusione, una fatica sterile. Ci sono dei momenti bui, nella nostra vita, e in quei momenti la fede sembra un’illusione. Ma praticare la preghiera significa anche accettare questa fatica». Le “notti della fede” passano: Gesù, colui che per primo sperimentò l’angoscia nel Getsemani alla vigilia della Sua Passione, rimane sempre con noi. Come spiega il Catechismo, «Gesù “prega per noi come nostro sacerdote; prega in noi come nostro capo; è pregato da noi come nostro Dio. Riconosciamo, dunque, in Lui la nostra voce, e in noi la sua voce” (n. 2616)».

Giovedì, 12 novembre 2020

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Info Michele Brambilla

Michele Brambilla, celibe, di professione insegnante, nasce il 21 aprile 1987 a Monza (MB). Consegue la laurea specialistica in Lettere il 10 luglio 2013 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il 22 novembre 2017 quella triennale in Scienze religiose presso l’Istituto di Scienze Religiose “Paolo VI” di Milano, con indirizzo pedagogico. Conosce Alleanza Cattolica da adolescente, nel suo ambiente parrocchiale d’origine, e diventa militante nel marzo 2017. Già nel 2012 comincia a collaborare al sito regionale lombardo di AC, Comunità Ambrosiana, per approdare poi, dopo la promessa di militanza, su quello nazionale: su entrambi cura principalmente pagine dedicate al Magistero papale ed episcopale.

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