di Michele Brambilla
«Ma alla fin fine, perché si fa festa a metà agosto?». La domanda di un cugino diciassettenne mostra quanto la “cultura dello sballo” abbia intaccato la percezione del significato originale delle ricorrenze di cui si è appropriata. Per troppi adolescenti il 15 agosto è diventato solamente “un giorno”, come “il giorno dopo” una solenne ubriacatura notturna sono il 1° novembre e il 1° gennaio. L’incultura contemporanea porta i giovani a un divertimento fine a se stesso, nel quale i contorni stessi della data di calendario svaniscono sotto il peso di gesti autolesionisti sempre uguali a se stessi, in qualunque stagione e a qualunque latitudine.
Quale sia il significato autentico della festa di metà agosto lo ricorda la Costituzione dogmatica Munificentissimus Deus con cui il Servo di Dio Papa Pio XII (1939-58) ha proclamato solennemente nel 1950 l’Assunzione di Maria, facendo seguito a secoli di devozione popolare: «[…] dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo», affinché non conoscesse corruzione «[…] colei che ha generato il Signore della vita» (Messale Romano, prefazio dell’Assunzione).
In questo spirito, il 15 agosto Papa Francesco ha affermato: «Il Magnificat canta il Dio misericordioso e fedele, che compie il suo disegno di salvezza con i piccoli e i poveri, con quelli che hanno fede in Lui, che si fidano della sua Parola, come Maria. Ecco l’esclamazione di Elisabetta: “Beata te che hai creduto” (Lc 1,45). In quella casa, la venuta di Gesù attraverso Maria ha creato non solo un clima di gioia e di comunione fraterna, ma anche un clima di fede che porta alla speranza, alla preghiera, alla lode» .
Maria è l’umile fanciulla di Nazareth che è diventata Regina del cielo perché, seguendo la virtù della vera umiltà, si è lasciata riempire, fin dal concepimento, da Dio: «[…] l’umiltà è come un vuoto che lascia posto a Dio», che cerca quindi proprio gli umili per realizzare il piano della salvezza. Piano che nella Madonna ha già raggiunto il compimento: «Nel contemplarla oggi assunta in Cielo, al compimento finale del suo itinerario terreno, la ringraziamo perché sempre ci precede nel pellegrinaggio della vita e della fede – è la prima discepola. E le chiediamo che ci custodisca e ci sostenga; che possiamo avere una fede forte, gioiosa e misericordiosa; che ci aiuti ad essere santi, per incontrarci con lei, un giorno, in Paradiso».
La Vergine non è quindi solo avvocata, ma anche modello di tutti i cristiani. Del resto, fin dai tempi patristici la Mater Ecclesia vede Maria pure come uno specchio nel quale le è necessario riconoscersi. «In quella casa, la venuta di Gesù attraverso Maria ha creato non solo un clima di gioia e di comunione fraterna, ma anche un clima di fede che porta alla speranza, alla preghiera, alla lode. Tutto questo vorremmo avvenisse anche oggi nelle nostre case. Celebrando Maria Santissima Assunta in Cielo, vorremmo che Lei, ancora una volta, portasse a noi, alle nostre famiglie, alle nostre comunità, quel dono immenso, quella grazia unica che dobbiamo sempre chiedere per prima e al di sopra delle altre grazie che pure ci stanno a cuore: la grazia che è Gesù Cristo!» (cfr. Lc 1,39-56). Così Maria si conferma madre della nuova evangelizzazione, con uno sguardo particolare sulla famiglia.