Gioacchino ed Anna modello dell’anima sensibile al soffio dello Spirito Santo
di Michele Brambilla
L’udienza di mercoledì 30 marzo è incentrata sulle figure di Simeone ed Anna, i profeti che accolgono Gesù Bambino nel Tempio il giorno della circoncisione. «La loro ragione di vita, prima di congedarsi da questo mondo, è l’attesa della visita di Dio. Aspettavano che venisse Dio a visitarli, cioè Gesù», spiega Papa Francesco, e furono in grado di incontrarlo perché avevano conservato la necessaria sensibilità al vento dello Spirito Santo.
Lo Spirito ha proprio la funzione di “affinare” i sensi dell’uomo. La Grazia perfeziona la natura e «oggi abbiamo più che mai bisogno di questo: abbiamo bisogno di una vecchiaia dotata di sensi spirituali vivi e capace di riconoscere i segni di Dio, anzi, il Segno di Dio, che è Gesù. Un segno che ci mette in crisi», nel senso positivo, etimologico, dato a questo vocabolo dal verbo greco krino, che significa “dirimere”.
Il contrario è «l’anestesia dei sensi spirituali – e questo è brutto – l’anestesia dei sensi spirituali, nell’eccitazione e nello stordimento di quelli del corpo, è una sindrome diffusa in una società che coltiva l’illusione dell’eterna giovinezza, e il suo tratto più pericoloso sta nel fatto che essa è per lo più inconsapevole». Osserva il Santo Padre: «quando perdi la sensibilità del tatto o del gusto, te ne accorgi subito. Invece, quella dell’anima, quella sensibilità dell’anima puoi ignorarla a lungo, vivere senza accorgerti che hai perso la sensibilità dell’anima». Occorre, quindi, mantenere alta l’attenzione ai moti dello Spirito. Si tratta di una sensibilità che non ha un’età anagrafica, perché esistono “vecchi giovani” e giovani invecchiati precocemente, spesso inseguendo mode passeggere che danno un’illusione di protagonismo.
Il Papa pone allora in evidenza proprio l’esempio di Simeone ed Anna: «essi accettano di non essere protagonisti, ma solo testimoni. E quando un individuo accetta di non essere protagonista, ma si coinvolge come testimone, la cosa va bene», perché il primato rimane del Signore. «Solo la vecchiaia spirituale», che non corrisponde necessariamente all’età anagrafica, «può dare questa testimonianza, umile e folgorante, rendendola autorevole ed esemplare per tutti. La vecchiaia che ha coltivato la sensibilità dell’anima spegne ogni invidia tra le generazioni, ogni risentimento, ogni recriminazione per un avvento di Dio nella generazione che viene, che arriva insieme con il congedo della propria. E questo è quello che succede a un anziano aperto con un giovane aperto: si congeda dalla vita ma consegnando – tra virgolette – la propria vita alla nuova generazione», che continuerà a portare frutto ricevendo i doni dello Spirito Santo.
Il Papa preannuncia il viaggio apostolico a Malta, di cui ricorda la capacità di accoglienza fin dall’epoca apostolica, quando vi approdò san Paolo, naufrago nel corso del viaggio verso Roma. Un particolare che richiama inevitabilmente la cronaca di questi giorni: «un saluto particolarmente affettuoso rivolgo ai bambini ucraini, ospitati dalla Fondazione “Aiutiamoli a vivere”, dall’Associazione “Puer” e dall’Ambasciata di Ucraina presso la Santa Sede. E con questo saluto ai bambini, torniamo anche a pensare a questa mostruosità della guerra e rinnoviamo le preghiere perché si fermi questa crudeltà selvaggia che è la guerra».
Giovedì, 31 marzo 2022