Mons. Fulton Sheen, Cristianità n. 398 (2019)
Il testo è un estratto dal saggio The Assumption and the Modern World, comparso su The Thomist, n. 14, 1951, pp. 31-40, successivamente incluso in The World’s First Love, di cui esiste una traduzione italiana: cfr. Fulton Sheen, Il primo amore del mondo, 7a ed., a cura delle monache benedettine del monastero di San Paolo in Sorrento (NA), Richter, Napoli 1958, pp. 161-176. La traduzione qui riportata, redazionale, è in molti punti variata. Anche gli inserti fra parentesi quadre nel testo e le note sono redazionali.
L’Assunzione e il mondo moderno
Il dogma dell’Immacolata Concezione fu definito proprio mentre nasceva il mondo moderno. Cinque anni dopo quella data, e a sei mesi dall’apparizione di Lourdes in cui Maria aveva detto: «Io sono l’Immacolata Concezione», Charles Darwin [1809-1882] scrisse il suo L’origine delle specie, Karl Marx [1818-1883] completò il suo Contributo alla critica della filosofia di Hegel — opera in cui si legge che la religione sarebbe l’oppio dei popoli — e John Stuart Mill [1806-1873] pubblicò il suo Saggio sulla libertà.
Nel momento in cui lo spirito del mondo stava elaborando una filosofia che avrebbe dato origine a due guerre mondiali in ventun anni e alla minaccia di una terza, la Chiesa si fece avanti per denunciare la falsità della nuova filosofia. Darwin privò lo spirito umano della sua origine divina e lo assoggettò a un futuro indefinito in cui l’uomo sarebbe diventato una specie di dio. Marx fu talmente impressionato da questa idea di progresso inevitabile che chiese a Darwin se avrebbe accettato la dedica di uno dei suoi libri. Poi, seguendo [Ludwig] Feuerbach [1804-1872], Marx non affermò un borghese ateismo dell’intelletto, ma un ateismo della volontà, nel quale l’uomo odia Dio perché è dio egli stesso. Mill ridusse la libertà dell’uomo nuovo alla licenza e al diritto di vivere a suo talento, preparando così un caos di egotismi in lotta tra loro, che il mondo avrebbe risolto con il totalitarismo.
Se questi filosofi avessero ragione, e se l’uomo fosse naturalmente buono e capace di deificarsi mediante i propri sforzi, allora ogni uomo sarebbe concepito senza macchia. La Chiesa si levò a protestare e affermò che [dopo il peccato originale] un solo essere umano in tutto il mondo è stato concepito senza macchia, che l’uomo è incline al peccato e che la libertà viene preservata nel modo migliore quando, come Maria, una creatura risponde fiat al volere di Dio.
Il dogma dell’Immacolata Concezione mortificò e uccise il falso ottimismo del progresso inevitabile e necessario dell’uomo senza Dio. Umiliato nel suo orgoglio darwiniano-marxista-milliano, l’uomo moderno vide svanire la sua dottrina del progresso. Fra le guerre napoleoniche e quella franco-prussiana [1870-1871] trascorsero cinquantacinque anni; fra la guerra franco-prussiana e la Prima Guerra Mondiale [1914-1918] ne trascorsero quarantatré; fra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale [1939-1945] non ne trascorsero che ventuno. Cinquantacinque, quarantatré, ventuno, e la Guerra di Corea [1950-1953] a cinque anni di distanza dalla fine della Seconda Guerra mondiale: è difficile parlare di progresso. L’uomo si è finalmente accorto di non essere naturalmente buono. Dopo essersi un giorno vantato di discendere dalle bestie, adesso si è accorto che sta comportandosi come una bestia.
Allora si determinò la reazione. L’ottimista che si vantava di essere stato concepito senza macchia è diventato ora il pessimista che non sa scorgere in sé altro che un fascio di tendenze libidinose, oscure e cavernose. Come nella definizione dell’Immacolata Concezione la Chiesa dovette ricordare al mondo che la perfezione non è biologicamente inevitabile, così ora nella definizione dell’Assunzione deve dare speranza alle creature disperate. La disperazione del mondo moderno deriva da un edonismo deluso e gravita soprattutto intorno al sesso e alla morte. L’Assunzione è indirettamente connessa con queste due idee, quelle che soprattutto preoccupano la mente moderna.
Il primato del sesso è dovuto in gran parte a Sigmund Freud [1856-1939] le cui massime fondamentali sono, nei suoi stessi termini: «Le azioni e le abitudini dell’uomo derivano dagli impulsi sessuali, e le aspirazioni umane non sono in sostanza che pulsioni sessuali insoddisfatte… Consciamente o inconsciamente, noi tutti desideriamo giacere con le nostre madri e uccidere i nostri padri, come fece Edipo, a meno che non siamo donne, nel qual caso desideriamo giacere con i nostri padri e uccidere le nostre madri» (1). L’altra grande sollecitudine del mondo moderno è la morte. La bella filosofia dell’essere si riduce a dasein, «esistere», che è soltanto in-der-Welt-sein: «essere al mondo». Non vi è libertà, né spirito, né personalità. La libertà è in funzione della morte ed è una contingenza a rischio di completa distruzione. Il futuro non è altro che una proiezione della morte. Scopo dell’esistenza è guardare la morte negli occhi.
Jean-Paul Sartre [1905-1980] passa da una fenomenologia della sessualità a ciò che egli chiama «nausea» o a un impudente confronto con il nulla, verso cui tende l’esistenza. Niente precede l’uomo, niente procede dall’uomo. Qualsiasi cosa si opponga a lui sarebbe una negazione del suo ego, e quindi il nulla. Dio ha creato il mondo dal nulla; Sartre crea il nulla dal mondo e dalla disperazione del cuore umano. «L’uomo è una passione inutile» (2).
Agnosticismo e orgoglio sono gli errori gemelli che la Chiesa dovette affrontare nella definizione della dottrina dell’Immacolata Concezione: ora deve affrontare la disperazione che deriva dal sesso e dalla morte. Quando gli agnostici del secolo scorso vennero a contatto con il mondo e con le sue tre concupiscenze, diventarono libertini. Ma allorché il piacere diminuì e rese l’uomo più bramoso quanto più era soddisfatto, gli agnostici, diventati libertini attaccandosi al mondo, cominciarono a ritrarsene disgustati, elaborando la filosofia dell’esistenzialismo. Il pensiero di Sartre, di Martin Heidegger [1889-1976] e di altri è l’esito di un distacco dal mondo, diverso, però da quello dell’asceta cristiano. Questi è spinto dall’amore per Dio; quegli altri dal disgusto per il mondo. Essi diventarono contemplativi non già per godere di Dio, bensì per marcire nella loro disperazione, per trarne una filosofia, per ostentare il loro tedio e per fare della morte il centro del loro destino. I nuovi contemplativi si trovano nei monasteri degli stanchi della vita, costruiti non lungo le acque di Siloe, ma sulle oscure rive dello Stige.
Queste due idee fondamentali del pensiero moderno, sesso e morte, non sono disgiunte fra loro. Freud stesso allude all’unione di eros con thanatos. Il sesso reca la morte, anzitutto perché nel sesso l’altra persona viene posseduta, o annientata, o ignorata per amore del piacere. Ma questa soggezione implica una compressione e una distruzione della vita per amore dell’eros. In secondo luogo, la morte è un’ombra che si allunga sul sesso. Il sesso ricerca il piacere, ma siccome afferma che questa vita è tutto, ne segue che ogni piacere si abbevera non soltanto a una fonte in costante diminuzione, ma anche al pensiero che la morte porrà fine per sempre al piacere. Eros è thanatos. Il sesso è morte.
Da un punto di vista filosofico, la dottrina dell’Assunzione combatte la filosofia di Eros-Thanatos traendo l’umanità dalle tenebre del sesso e della morte alla luce dell’amore e della vita. Ecco i due pilastri filosofici su cui si basa la fede nell’Assunzione. […]
San Tommaso d’Aquino [1225-1274], nella sua indagine sugli effetti dell’amore, menziona l’estasi come uno di questi. L’estasi «comporta una semplice uscita da sé» (3). Questa è un’esperienza che poeti e scrittori e oratori hanno fatto in forma ridotta quando, per dirla con parole comuni, «sono stati rapiti da quel che trattavano». Su un piano superiore, il fenomeno spirituale della levitazione è dovuto a un così intenso amore di Dio che i santi vengono letteralmente sollevati da terra. L’amore, come il fuoco, brucia, perché è fondamentalmente desiderio. Cerca di unirsi sempre di più all’oggetto amato. La nostra esperienza sensibile ci ha resi edotti della legge di gravitazione terrestre che attira verso la terra i corpi materiali. Ma, oltre alla legge di gravitazione terrestre, vi è una legge di gravitazione spirituale, che aumenta man mano che ci avviciniamo a Dio. Questa attrazione esercitata sui nostri cuori dallo Spirito di Dio è sempre presente, e solo le nostre volontà ribelli e la debolezza dei nostri corpi, conseguenza del peccato, ci tengono avvinti alla terra. Certe anime diventano insofferenti delle restrizioni del corpo; san Paolo chiede di essere liberato dalla pregione del corpo.
Se Dio esercita una forza di attrazione su tutte le anime, dato l’intenso amore discendente di Nostro Signore per la Sua Madre benedetta e dato l’intenso amore ascendente di Maria per il suo Signore, si può ben sospettare che a questo stadio l’amore fosse tanto grande da «trarre a sé il corpo». Data poi l’immunità dal peccato originale, nel corpo della Madonna non vi erano né la dicotomia, né la tensione, né l’opposizione che esiste in noi fra anima e corpo. Se la luna, pur così distante, produce tutte le alte maree del nostro mondo, allora l’amore di Maria per Gesù e quello di Gesù per Maria possono bene aver prodotto un’estasi tale da «sollevarla al di sopra di questo mondo». Per sua natura, l’amore è un’Ascensione in Cristo e un’Assunzione in Maria. […]
Platone [428/427 a.C.-348/347 a.C.] nel suo Simposio, riflettendo il punto di vista dei greci circa la sublimità dell’amore, dice che l’amore carnale dovrebbe condurre a quello spirituale. Il vero significato dell’amore è che conduce a Dio. Una volta che l’amore terreno ha assolto il suo compito sparisce, così come il simbolo cede il posto alla realtà. L’Assunzione non è l’uccisione dell’eros, ma la trasfigurazione dell’eros per mezzo dell’agape (4). Essa non sta a dire che l’amore del corpo è da condannare, ma afferma anzi che esso può essere così giusto, quando tende verso Dio, da accrescere la bellezza stessa del corpo.
La nostra «era della carnalità», che ama la bellezza del corpo, viene strappata alla sua disperazione, frutto dell’incesto di Elettra e di Edipo, e assurta a un Corpo che è bellezza perché è Tempio di Dio, una porta attraverso la quale il Verbo del Cielo è passato sulla terra, una torre di Avorio sulla quale si è arrampicato l’Amore divino per dare un bacio alla Madre Sua, Rosa mistica. […]
In questa dottrina dell’Assunzione, la Chiesa affronta in un’altra maniera ancora la disperazione del mondo. Essa afferma la bellezza della vita contro la morte. Quando guerre, sesso e peccato moltiplicano le discordie fra gli uomini, e la morte sta da ogni parte in agguato, la Chiesa ci invita a innalzare i nostri pensieri al livello di quella vita che è nutrita dalla immortalità della Vita. Feuerbach disse che l’uomo è ciò che mangia (5). Aveva più ragione di quanto egli stesso presumesse. Mangiate il cibo della terra e morirete; mangiate l’Eucarestia e vivrete in eterno. Lei, che è la madre dell’Eucarestia, sfugge alla decomposizione della morte.
L’Assunzione denuncia l’inconsistenza dei filosofi della morte in una nuova maniera. Il massimo compito dei capi spirituali di oggigiorno è di salvare il genere umano dalla disperazione in cui sesso e paura della morte lo hanno gettato. Il mondo, che soleva dire «perché dobbiamo preoccuparci del mondo futuro dal momento che viviamo in questo?», ha finalmente imparato la dura lezione, e cioè: se non si pensa alla vita futura, non si può nemmeno godere di questa. Quando l’ottimismo è in completo sfacelo e diventa pessimismo, la Chiesa presenta la promessa della speranza. Minacciati come siamo da tutte le parti dalla guerra, con la morte che può da un momento all’altro piovere dal cielo in forma di fuochi prometeici, la Chiesa definisce una verità che ha al suo centro la Vita. Come una madre tenerissima i cui figli stiano per partire per la guerra, essa ci accarezza il capo e ci dice: «Tornerai vivo, come tornò Maria dopo aver soggiornato nella valle della morte». Quando il mondo teme di essere sconfitto dalla morte, la Chiesa innalza un canto alla sconfitta della morte. Non fa ciò presagire l’avvento di un mondo migliore, allorché fra i clamori dei filosofi della morte erompe il ritornello della vita?
Al comunismo che insegna che l’uomo ha soltanto un corpo, ma non un’anima, la Chiesa risponde: «Allora cominciamo con un Corpo». E poiché il corpo mistico dell’Anticristo si raccoglie alle porte del tempio che racchiude il cadavere di Lenin [pseudonimo di Vladimir Il’ič Ul’janov (1870-1924)], periodicamente riempito di cera per dare l’illusione dell’immortalità a coloro che negano l’immortalità, il corpo mistico di Cristo invita chi dispera a contemplare le due ferite più gravi che la terra abbia mai ricevuto: la tomba vuota di Cristo e la tomba vuota di Maria. Nel 1854, con il dogma dell’Immacolata Concezione, la Chiesa ha parlato dell’anima. Nel 1950, il suo linguaggio riguarda il corpo: il Corpo Mistico, l’Eucarestia, l’Assunzione. Con abili tocchi dogmatici la Chiesa va ripetendo a una nuova età pagana la verità espressa da san Paolo: «I vostri corpi sono membra di Cristo» (1 Cor. 6,15). Non vi è nulla nel corpo che possa dare origine alla disperazione. L’uomo è connesso con il nulla, come insegnano i filosofi del decadentismo, ma solo nella sua origine, non nel suo destino. Questi filosofi considerano il nulla la fine; la Chiesa lo considera l’inizio, perché l’uomo fu creato ex nihilo. L’uomo moderno si volge al Nulla attraverso la disperazione; il cristiano conosce il Nulla soltanto attraverso l’auto-negazione, che è umiltà. Quanto più il pagano «annulla» sé stesso, tanto più si avvicina all’inferno della disperazione e al suicidio. Quanto più il cristiano annulla sé stesso, tanto più si avvicina a Dio. Maria discese così profondamente nel Nulla che venne esaltata. Respexit humilitatem ancillae suae (6). E la sua esaltazione fu anche la sua Assunzione.
Ritornando al punto da cui siamo partiti… a eros e thanatos: sesso e morte, dice Freud, sono connessi tra loro. Sono connessi in questo senso: l’eros, in quanto amore egotistico, conduce alla morte dell’anima. Ma non è necessario che il mondo viva sotto questa maledizione. L’Assunzione dà all’eros un significato nuovo. L’amore conduce all’amore. Là dove è amore, ivi è negligenza di sé, e la massima negligenza di sé è la rinuncia alla vita. «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv. 15,13). Per il suo amore Nostro Signore è stato tratto a morte. Per il suo amore Maria è stata trafitta da sette spade. Nessuna donna ha amore più grande di quella che sta ritta ai piedi della croce del Figlio suo per partecipare, alla sua maniera, alla redenzione del mondo.
Nello spazio di tre decenni la definizione dell’Assunzione guarirà il mondo dal pessimismo e dalla disperazione. Freud, che fece tanto per accrescere questo pessimismo, adottò il seguente motto: «Se non posso piegare gli dei del cielo, porterò lo scompiglio nell’inferno» (7). Lo scompiglio da lui provocato sarà ora sedato da una Donna potente «come esercito schierato in battaglia» (8). L’età della bellezza del corpo diventerà ora l’età dell’Assunzione.
In Maria si ha una triplice transizione. Nell’Annunciazione passiamo dalla santità del Vecchio Testamento alla santità di Cristo. Nella Pentecoste passiamo dalla santità del Cristo storico a quella del Cristo mistico, cioè il Suo Corpo, che è la Chiesa. Qui Maria riceve lo Spirito per la seconda volta. Il primo adombramento doveva generare il Capo della Chiesa (9); questo secondo adombramento deve generarne il Corpo perché ella è in mezzo agli Apostoli riuniti in preghiera. La terza transizione è l’Assunzione, perché Ella diventa il primo essere umano a realizzare il destino storico dei fedeli in quanto membri del Corpo mistico di Cristo, al di là del tempo, della morte e del giudizio.
Maria è sempre all’avanguardia dell’umanità. Viene paragonata alla Sapienza che presiede alla creazione; viene preannunciata come la donna che vincerà Satana, come la Vergine che concepirà. Dal giorno della Caduta dell’uomo Ella è la prima persona a unirsi con Dio in modo unico ed esclusivo: Ella partorisce il Cristo infante a Betlemme; Ella partorisce il Cristo mistico a Gerusalemme; e ora, nell’Assunzione, va innanzi insieme al Figlio per preparare un posto per noi. Partecipa della gloria del Figlio, regna con Lui, al suo fianco presiede ai destini della Chiesa nel tempo e intercede per noi presso di Lui, così come Egli, a Sua volta, intercede presso il Padre celeste.
Mons. Fulton Sheen
Note:
(1) Pur essendo il testo fra virgolette, sembra verosimile che l’autore abbia voluto non tanto citare un’opera particolare del fondatore della psicoanalisi, quanto riassumerne gli apporti alla teoria più famosi.
(2) Jean-Paul Sartre, L’essere e il nulla, trad. it., Il Saggiatore, Milano 1975, p. 738.
(3) Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II-II, q. 175, a. 2.
(4) Sulla distinzione fra eros e agape, cfr. Benedetto XVI (2005-2013), Lettera enciclica «Deus caritas est», del 25-12-2005, nn. 2-8.
(5) Cfr. Ludwig Feuerbach, L’uomo è ciò che mangia, trad. it., Bollati Boringhieri, Torino 2017.
(6) «Ha guardato l’umiltà della sua serva» (Lc. 1,48) è un verso del Magnificat.
(7) Il verso virgiliano «[…] si flectere nequeo superos, Acheronta movebo» [«se non posso piegare i celesti, muoverò l´Acheronte»] [Eneide, l. VII, v. 312] è scelto da Freud quale epigrafe del suo L’interpretazione dei sogni.
(8) Per questo versetto del Cantico dei Cantici (6,10) si è preferita una traduzione diversa da quella più recente della CEI, ma più vicina al testo latino della vulgata — «terribilis ut castrorum acies ordinata» — e alla versione inglese citata dall’autore: «army drawn up in battle array».
(9) «Overshadowing» nel testo originale. Il riferimento è al versetto del vangelo di Luca: «Le rispose l’angelo: Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio» (Lc. 1,35).