Di Giulio Meotti da Il Foglio del 30/11/2021
“L’occidente ha molto da imparare dai cristiani perseguitati”, ha spiegato lo storico Tom Holland alla conferenza inaugurale di Open Doors alla British Library di Londra, dove l’autore di Dominion è stato il relatore di una serata di beneficenza per sostenere i cristiani perseguitati. Holland ha detto di aver cambiato prospettiva dopo aver visitato il nord dell’Iraq e le devastanti scene di persecuzione contro cristiani e yazidi da parte dello Stato islamico. Holland ha affermato che l’impatto della visita a questi luoghi “ha portato in vita tutti i tipi di insegnamenti cristiani che aveva solo in precedenza compreso in astratto”. “I temi della storia cristiana, i cicli della persecuzione, sembravano vividi in un modo che semplicemente non avevano prima”.
In particolare, la sua comprensione della crocifissione è stata trasformata visitando i luoghi in cui uomini yazidi sono stati crocifissi dallo Stato islamico. “La croce è l’impotente che trionfa sui potenti, è lo schiavo che trionfa sul padrone, è l’uomo condannato alla croce che trionfa sull’apparato statale che lo ha condannato”, ha detto Holland. “Dobbiamo pensare a noi stessi nei sandali dei Romani per capire e apprezzare adeguatamente quanto sia strano che oggi la croce di tutte le cose dovrebbe essere forse il simbolo culturale più immediatamente riconoscibile che qualsiasi cultura umana ha sviluppato. La croce che simboleggia non il potere, ma il suo contrario, e cioè che la vittima trionferà”.
Holland ha poi suggerito che la Chiesa di oggi dovrebbe abbracciare la propria estraneità al mondo. “Siamo diventati culturalmente desensibilizzati”, ha detto Holland, “piuttosto che esserne imbarazzati e parlare solo del tipo di cose che ascolteresti in una trasmissione politica del partito liberaldemocratico, una sorta di pensiero del giorno”. Ha aggiunto che “le chiese devono rivendicare tutto ciò che vi è di più controculturale”. Lo storico ha poi sostenuto che questo potrebbe aiutare a ristabilire la connessione tra l’eredità cristiana dell’occidente e la sua enfasi sui diritti umani. “La Cina, e non solo la Cina, ci sta ricordando che il concetto di diritti umani è quello emerso in una matrice culturale ben precisa, quella cristiana”. Questo riapre anche “la possibilità per i laici di riconoscere che non si sono in qualche modo emancipati” dal retaggio cristiano, perché “i nostri istinti viscerali sono profondamente radicati in questa storia”. Questa “stranezza”, ha concluso Holland, “è ciò che manca sia nelle Chiese sia nella realtà umanista, laica, agnostica ma completamente cristiana nei suoi presupposti e atteggiamenti”.
Nel suo libro, Dominion, Holland spiega che l’umanesimo liberale è una nota a piè di pagina del cristianesimo. “Oggi, mentre la fede in Dio svanisce in tutto l’occidente, i paesi che un tempo erano cristiani continuano a portare il timbro dei due millenni di rivoluzione che il cristianesimo ha rappresentato. E’ la ragione per cui, in linea di massima, la maggior parte di noi abitanti delle società post cristiane, ancora diamo per scontato che ogni vita umana ha pari valore. Guardando la mia etica e la mia moralità, ho imparato ad accettare che io non sono greco o romano, ma profondamente e orgogliosamente cristiano”. Ne sa qualcosa Joshua Wong, che a 25 anni a Hong Kong ha guidato la rivolta liberal democratica contro il regime cinese, finendo in carcere, ispirato dalla propria educazione cristiana.